Donini "Sanità, fondi straordinari Ora c’è il rischio del disavanzo"

Vertice con Schillaci e Giorgetti. L’assessore: "Sarà attivato un tavolo, attendiamo risposte entro aprile"

Donini "Sanità, fondi straordinari  Ora c’è il rischio del disavanzo"

Donini "Sanità, fondi straordinari Ora c’è il rischio del disavanzo"

di Donatella

Barbetta

C’è preoccupazione per far tornare i conti della sanità, al punto che le Regioni chiedono al Governo uno stanziamento straordinario o un piano di ammortamento decennale, con l’apertura di un tavolo di confronto. Ieri Raffaele Donini, assessore regionale alle Politiche per la salute, ha partecipato, anche nelle vesti di di coordinatore della commissione nazionale salute, a una video conferenza con i ministri Orazio Schillaci (Salute) e Giancarlo Giorgetti (Economia e Finanze) e, tra gli altri, gli assessori alla sanità di Veneto, Umbria e Campania.

Assessore Donini, ci sono timori per la chiusura del bilancio?

"L’Emilia-Romagna chiuderà il 2022 in pareggio, ma per il 2023 non possiamo pensare di reggere ancora con risorse straordinarie: sarebbe il quarto anno consecutivo. Noi finora abbiamo messo un miliardo per le spese non rimborsate per il Covid e un aumento di 200 milioni per le spese energetiche".

Quindi per il 2023 si profilano rischi?

"Certo. I nostri problemi sono condivisi da quasi tutte le Regioni. Anzi, ce ne sono alcune in difficoltà a chiudere in pareggio anche il 2022".

Che cosa avete chiesto ai due ministri?

"Abbiamo consegnato un documento della commissione salute, visto anche da Massimiliano Fedriga, presidente della Conferenza delle Regioni, in cui segnaliamo due grandi criticità che coinvolgono la gran parte delle Regioni".

Quali sono?

"La sostenibilità finanziaria del sistema e le criticità per il personale".

A livello nazionale a quanto ammontano i rimborsi che chiedete?

"Per il 2021 non ci sono stati rimborsati 3 miliardi e 800mila euro per le spese Covid e per il 2022 un miliardo e 400mila euro relativi alle spese energetiche. E non dimentichiamo che nel 2023 l’inflazione pesa come minimo attorno al 7%".

Come è terminato il vertice?

"Il ministro Giorgetti ha proposto l’attivazione di un tavolo e noi abbiamo chiesto un confronto al più presto. Attendiamo risposte entro aprile di ordine legislativo o finanziario".

Più precisamente?

"Chiediamo uno stanziamento straordinario di bilancio o un piano di ammortamento di 10 anni per poter chiudere i bilanci in pareggio. Tutti riteniamo inaccettabile un aspetto".

Quale?

"Il rischio che le Regioni possano andare in disavanzo per le spese Covid ed energetiche sostenute. Si trovano i soldi per gli armamenti e per le squadre di calcio, mentre noi siamo in apnea da tre anni, prima per fronteggiare la pandemia e poi per far tornare i conti dei bilanci. Adesso abbiamo davanti due mesi per trovare una soluzione".

È soddisfatto al termine di questo incontro?

"Sono concentrato, la soddisfazione arriverà solo quando saranno raggiunti i i risultati. Nel caso non raggiungessimo l’obiettivo, sarebbe compromesso il sistema sanitario universalistico italiano. È vero che i problemi vengono da lontano, ma ora le valutazioni passano al Governo. In commissione si respira un bel clima bipartisan e su 20 Regioni solo 4 sono di centrosinistra".

Per il personale quali sono i nodi?

"Sono state evidenziate la carenza dei professionisti e le dimissioni inattese, in particolare nell’emergenza-urgenza. Tra le richieste, l’aumento della retribuzione e la possibilità di assumere gli specializzandi dal terzo anno, mentre le esternalizzazioni sono viste come una distorsione del sistema".

È stato affrontato anche il tema dell’edilizia sanitaria?

"Sì. Si è parlato di rendere effettiva la spesa in edilizia sanitaria: ci sono diversi miliardi fermi, con il Pnrr e non solo. Secondo noi, è un tema che si affronta con semplificazioni urgenti delle procedure, altrimenti rischiamo di perdere mesi per gli iter amministrativi".

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