
Cesira Berardi, fondatrice e presidente fino al 2019 della Fondazione ’Dopo di noi’
Una figura rara e preziosa, che ha profuso tutte le energie, nel corso di una lunga attività, operando con grande sensibilità e attenzione nella tutela delle persone deboli o svantaggiate. Una grande determinazione unita a una grande leggerezza. Ha conosciuto il dolore profondo ma, nonostante tutte le difficoltà, non si è mai risparmiata, mettendosi sempre al servizio degli altri". Dolce il ricordo di Luca Marchi dedicato a Cesira Berardi, scomparsa ieri a 92 anni: nel 2018 lei, fondatrice e presidente della Fondazione Dopo di Noi dal 2002 al 2019 (tuttora ne era presidente onoraria), e volontaria in Anffas per decenni, fu insignita dal sindaco Virginio Merola della Turrita d’Argento per i suoi meriti e l’instancabile impegno. Nata a Faenza nel 1932, farmacista e docente di chimica, Cesira si avvicinò al mondo della disabilità nel 1966 "quando, ai suoi progetti di donna in carriera, si sovrappose Pietro, il suo bambino, affetto da una grave malformazione cardiaca", spiega Marchi (Fondazione Dopo di Noi). La famiglia si trasferì in Svizzera alla ricerca di un centro specializzato per bambini con disabilità, "a Bologna non c’era nulla di adeguato". Continuava a chiedersi: “Cosa sarà di mio figlio quando non potrò più prendermi cura di lui?” Iniziò, nel 1976 con Anffas "la battaglia che portò alla creazione del primo centro diurno per ragazzi con disabilità a Villa Tabellini. Poco dopo il dolore per la perdita del figlio non fu sufficiente a indebolire il suo impegno a favore delle persone più fragili – sottolinea Marchi –, ma anzi divenne nuova spinta a sostegno di tantissime famiglie le cui preoccupazioni non avevano trovato voce. Collaborò senza interruzione per vent’anni alla raccolta fondi per i progetti di Anffas Bologna e fu proprio all’interno di quell’associazione che nacque l’idea della necessità di un nuovo ente che affrontasse il complesso problema del ‘dopo i genitori’". E così, nel 2002, Cesira e altri 12 familiari, con il supporto del Comune, diedero vita alla Fondazione. Cesira ha guidato l’avvio del sistema residenziale diffuso, dove giovani con disabilità fanno esperienza di autonomia fuori delle mura di casa, ha spianato la strada a un nuovo approccio alla disabilità che mette al centro la persona e i suoi bisogni e ha ispirato la creazione di un progetto di vita su misura, costruito insieme famiglie e diretti interessati". Nel 2018 fu insignita appunto della Turrita d’Argento, istituito con deliberazione del Consiglio comunale. Nella motivazione del premio: "Bologna è profondamente grata a Cesira Berardi per quanto ha realizzato a servizio della comunità contribuendo al suo progresso civile e sociale". Oltre a questo, resta "l’impronta di una donna che con sguardo arguto e sornione riusciva ad accogliere le persone, sospendendo il giudizio e regalando attimi di leggerezza. Il suo salotto ha accolto persone del jet set da Barbara D’Urso a importanti personalità del calcio bolognese, il suo sorriso e la sua forza hanno dato certezza con la medesima accoglienza a tutte le famiglie che l’hanno incontrata", le parole scelte da Marchi. Compagna di Gianluigi Farnè (morto anni fa), Cesira conosceva ogni aneddoto sulla città, di Bologna aveva una conoscenza infinita, anche delle storie dei calciatori e sportivi in genere. Con il compagno, che è stato dirigente del Bologna Calcio e poi anche del Coni, Cesira aveva vissuto quel mondo, vi si era immersa, senza però mai dimenticare il sociale. La Fondazione, ora guidata da Marina Cesari, continua a portare avanti i progetti. "Stiamo lavorando a un nuovo appartamento per disabili, per sei persone (l’ottavo in città)", sottolinea Marchi. I funerali sabato 4 gennaio alle 11 nella chiesa di Sant’Antonio di Padova in via Jacopo della Lana 2 (chiesa dell’Antoniano). In sua memoria la famiglia suggerisce donazioni alla Fondazione Dopo di Noi Bologna: EmilBanca: IT 93 E 07072 02413 000000712739 o Intesa SanPaolo: IT42 J030 6909 6061 0000 0066 290.