GILBERTO DONDI
Cronaca

Droga a Bologna, trafficanti via chat presi dai carabinieri

In manette tre giovani italiani per lo scambio di tre chili di hashish L’affare era stato concluso su un’app per il cellulare

L’operazione è stata condotta dai carabinieri

Bologna, 3 giugno 2018 – Lo spaccio vecchio stile? Dimenticatevelo. Oggi, nel mondo 4.0, anche la vendita della droga si fa con una bella ‘App’ del telefonino, esattamente come la spesa al supermercato o un bonifico bancario. Lo dimostra l’arresto effettuato giovedì dai carabinieri in via Alberto Mario, zona Foscherara: in manette sono finiti tre giovani, trovati in possesso di oltre tre chili di hashish. Si tratta di Alessandro Zarbo, 27enne parrucchiere domiciliato di fatto in via Mario, Antonio Vullo, disoccupato di 25 anni, residente in un palazzo poco distante, sempre in via Alberto Mario, e Tommaso Furini, 21, studente fuori sede di Legnago, in provincia di Verona. Le accuse per i primi due sono spaccio di un chilo e otto etti di ‘fumo’ e detenzione a fini di spaccio di un altro chilo e tre etti, mentre per Furini l’accusa è detenzione a fini di spaccio del chilo e otto comprato dagli altri due.

La particolarità della vicenda è appunto il modo in cui compratore e venditore sono venuti in contatto. A raccontarlo ai carabinieri è stato proprio Furini: «Non conoscevo personalmente il ragazzo da cui ho acquistato la droga – ha messo a verbale – in quanto l’ho conosciuto e contattato tramite un’applicazione di libera vendita, installata sul mio cellulare, che si chiama ‘Wickr Me’. Il contatto me l’aveva dato un mio collega di università, il quale conosceva questo ragazzo registrato con il nickname ‘Papu Gomez’. Peranto l’ho contattato e lui mi ha detto che poteva vendermi 1,8 chili di hashish al prezzo di 9mila euro. Droga da me comprata per poi rivenderla». Quella chat consente l’anonimato e i messaggi vengono cancellati automaticamente. I due sono poi passati dal virtuale al reale e si sono dati appuntamento in via Mario. Non sapevano però che i carabinieri di San Lazzaro stavano già tenendo d’occhio Zarbo, arrestato nel 2017 dalla polizia perché trovato in possesso di ben 88 chili di hashish. I militari dell’Arma hanno visto arrivare in auto i due, poi Zarbo ha messo nel baule dell’auto di Furini una busta della spesa. A quel punto è scattato il blitz. Dentro c’era il ‘fumo’. Dalla perquisizione in casa di Vullo, dov’era andato Zarbo, è saltato fuori il resto. Venerdì, dopo la direttissima, il giudice ha disposto i domiciliari per Zarbo e Vullo e l’obbligo di dimora in Veneto per Furini.