Un’aula didattica del dipartimento di Sociologia e Diritto dell’economia (nella sede di Palazzo Hercolani in Strada Maggiore 45) tutta dedicata alla memoria di Emma Elsie Michelle Pezemo (foto). La studentessa di 31 anni di origini camerunensi uccisa e fatta a pezzi dal fidanzato, Jacques Honoré Ngouenet (poi suicida), nella notte tra l’1 e il 2 maggio. La cerimonia di intitolazione avverrà mercoledì alle 9,30.
Una vicenda, quella della tragedia di Emma, che ha segnato profondamente in particolar modo per l’efferatezza dell’orrore. Secondo le indagini di Procura e squadra Mobile, Ngouenet – l’ex sergente capo dell’esercito del Camerun, "disertore di moralità poco raccomandabile e più volte sanzionato per gravi mancanze della disciplina, dell’onore e della moralità militare" – avrebbe lavorato sul corpo della povera Emma dalle 22.15 di sabato primo maggio e fino alla mezzanotte passata. Tagliando e sezionando, con uno o più utensili affilati, quei poveri resti poi buttati nei cassonetti di fronte all’armeria Rinaldi, in viale Togliatti. Piegato sulle ginocchia, come dimostrano i lividi evidenziati dall’esame autoptico e nascosto alla vista degli automobilisti. Gli inquirenti stanno continuando a lavorare per capire come e dove la ragazza sia stata uccisa, con ogni probabilità strangolata.
All’inizio del mese prossimo sono attesi i risultati dell’autopsia – anche alla luce di una presunta gravidanza – così come quelli relativi agli accertamenti sulla Toyota Yaris dove sono state prelevate tracce biologiche anche ai fini di eventuali comparazioni con terze persone, possibili complici dell’omicida.
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