FEDERICA GIERI
Cronaca

Esame di Maturità 2022, a Bologna si fa anche nel carcere della Dozza

Il giorno speciale per due detenuti raccontato da l presidente di commissione: "Esperienza molto forte, la scuola può fare la differenza"

Esame di Maturità al carcere della Dozza (Foto d'archivio)

Bologna, 28 giugno 2022 - I due studenti, i sei prof-commissari, il presidente, l’auletta e i banchi: tutto perfetto. Anche l’emozione non è mancata anche se, in quella stanza, ha chiuso la gola a tutti. Maturandi, docenti e presidente. Un’aula per la maturità come tante? Non proprio perché bastava buttare l’occhio fuori dalla porta, nel corridoio, per vedere agenti della Polizia penitenziaria. Esame di Stato alla Casa circondariale Rocco D’Amato nota a tutti come la Dozza. "È stata un’esperienza molto forte – osserva, all’uscita dal cancellone di via del Gomito, il presidente di commissione, Fulvio Buonomo che è anche preside del liceo Fermi – perché tra quei muri tocchi con mano come la scuola possa davvero fare la differenza e sia uno strumento indispensabile per formare le persone nell’esercizio di un ruolo attivo nella società. Questo si dovrebbe ricordare più spesso".

Due i maturandi, cinquantenni che, al termine di un complicato percorso di studi, hanno agguantato il diploma tecnico in Amministrazione, Finanza e Marketing. Una sezione, quelle carceraria per le superiori, che si appoggia all’Iis Keynes di Castel Maggiore.

"I due maturandi – racconta Buonomo – erano emozionati proprio come i loro compagni diciottenni. Hanno affrontato la prova in modo esemplare e molto partecipato". Italiano, prova di indirizzo (analisi di un bilancio) e orale: la ‘matura’ è uguale per tutti. "Sullo scritto hanno riflettuto a lungo; riletto con molto attenzione e hanno utilizzato tutto il tempo. All’orale ci hanno confidato che erano gli scritti i più temuti", rivela Buonomo alla sua prima maturità in carcere anche se nel 2013 è stato presidente della commissione per l’esame di terza media all’Istituto penale per i Minorenni "Pietro Siciliani", il cosiddetto Pratello.

Concentrazione massima, impegno e poi via all’orale dove il colloquio si è aperto "sul progetto di vita" che i due studenti sperano di intraprendere una volta usciti dalla Dozza. In pratica, "è la loro dichiarazione di intenti sulle ambizioni e sulle speranze. In quel modo li ho conosciuti – rivela il preside – e ho capito come la famiglia, i figli e il lavoro per loro siano fondamentali, ma anche come siano animati da una fortissima voglia di migliorarsi e di gettare le basi per un futuro migliore". Momenti intensi per tutti: per chi è al di qua e al di là del banco perché "si percepiscono anche tutte le difficoltà che hanno affrontato anche solo per poter studiare e arrivare fino al traguardo dell’Esame di Stato".

È complicato stare sui libri alla Dozza. Ad esempio gli stessi libri di testo non entrano, si ricorre a dispense. Gli stessi docenti "che li hanno accompagnati sono di altissima professionalità e dotati di una dose di ottimismo e di speranza che le rende speciali", sottolinea Buonomo. Studiare e arrivare al termine di un percorso a volte accidentato "è davvero un successo per tutti: la scuola è, per loro, una seconda opportunità".

f.g.s.