Bologna, Ezio Bosso lascia il Comunale. “Troppo stress per il mio fisico”

Dimissioni dal ruolo di direttore principale ospite. “Grazie a tutti, ma per lavorare insieme serve empatia”

Ezio Bosso durante il concerto di lunedì sera in piazza Maggiore (foto Schicchi)

Ezio Bosso durante il concerto di lunedì sera in piazza Maggiore (foto Schicchi)

Bologna, 7 giugno 2017 – Ezio Bosso alla fine lascia. Dopo settimane ad alta tensione rinuncia al ruolo di direttore principale ospite e presenta le sue dimissioni dalla Fondazione Comunale “con serenità”, la stessa – scrive – con cui ha voluto “sul palco di piazza Maggiore l’orchestra del Teatro proprio per uscire da un incarico senza annullare la sua vicinanza ai lavoratori del teatro e il suo supporto. E l’ha fatto con spirito di amicizia, distensione e mutuo rispetto”.

Per capire come si è arrivati a questo punto serve un passo indietro. Tutto inizia con una lettera – resa nota dal Carlino – che 51 musicisti dell’orchestra indirizzano ai vertici della Fondazione, sindaco Merola e sovrintendente Nicola Sani in testa, dove si dice che il maestro Bosso convoca riunioni ‘private’ per pianificare programmi e strategie, e poi parla a nome dell’orchestra tutta quando così non è. Repliche su repliche, polemiche, poi tutto si ricompone fino alle prove in piazza Maggiore quando viene sbattuto in prima pagina, da un giornale, una discusione tra Bosso e un musicista sorpreso a gingillarsi con il telefonino. Ed eccoci ad oggi, con il maestro che prende la decisione definitiva, annunciando anche sta per partire per un tour europeo che lo terrà a lungo lontano da Bologna. Ecco cosa dice.

“Voglio ringraziare pubblicamente l’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna per il concerto straordinario sotto ogni punto di vista ottenuto insieme, sia dal punto di vista artistico, musicale e di successo popolare. Gli incidenti capitano ma non sono quelli da ricordare. E’ una regola di vita per me. Bisogna solo ricordare l’eccezionale concerto fatto insieme, la gente felice, la musica che portiamo, che dimostra quanto unisce e fa crescere, il divulgare e entusiasmare migliaia di persone con la musica della nostra tradizione, che è il nostro ruolo. Solo di questo vorrei si parlasse”.

“Li ringrazio – prosegue – per la disponibilità che hanno avuto, per i tanti apprezzamenti come musicista dimostrati da loro e la solidarietà reciproca manifestata in un momento dove tutti noi siamo stati malamente interpretati e provati pesantemente da narrazioni non complete, certo può succedere ma siamo andati oltre e lo abbiamo dimostrato il giorno seguente.

Li ringrazio per la disponibilità a venire tutti, e ripeto tutti, persino a fare una prova di assestamento non decisa dalla direzione, ma voluta dall’orchestra e fuori dall’orario e a titolo gratuito. Una prestazione che dimostra proprio l’amore per la musica, del lavoro che svolgono e del rispetto e l’amicizia che ci avvicina.

Ringrazio tutti coloro che si sono fermati quella sera ben oltre l’orario per avere un confronto franco e infine disteso nell’arrivare a esprimere solidarietà e rispetto reciproci e chiarire che la prova eliminata non era una problema di desiderio, anzi, e aver avuto finalmente anche chiarimenti su quale fossero le idee e il mio ruolo, ri-conoscendoci (che bella parola) anche vittime della stessa narrazione parziale.

Voglio veramente chiudere questo rapporto nella massima serenità perché sono una persona che davvero non può sopportare fisicamente il peso di questo stress emotivo, che sta portando un esaurimento e che ha ripercussioni sul mio corpo. Stress non voluto dall’orchestra e vissuto anche con ansia da loro.

Ho sempre detto e ribadisco che per me il direttore d’orchestra è un lavoro basato su empatia e sintonia, quindi sin dai primi segnali di disagio ho dato le mie dimissioni. E le ho date proprio per non creare problemi o tensioni inutili e dolorose per tutti. Sono entrato per aiutare (e a titolo gratuito) con un progetto a largo respiro e proprio per rivalutare e difendere il lavoro dei miei colleghi.

E non per creare inutili polemiche. Evidentemente le dimissioni non sono bastate e mi spiace, perché per tanti anni sono stato un orchestrale anch’io e ho il massimo rispetto di una categoria a cui sento di appartenere. Parto domani per la tournée europea ed italiana. Spero dunque che anche questa coincidenza, unita alla conferma delle dimissioni, possa ridare alla città, ai media e in primis al teatro e all’orchestra quella serenità di cui tutti abbiamo bisogno”.

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