FI, IV e Azione, lo ’strano’ comitato "Uniti per le urne, no terzo polo"

Le tre formazioni riformiste insieme per informar e promuovere il voto

Sotto le Due Torri Forza Italia, Italia Viva e Azione, come anticipato dal Carlino, uniscono le forze nel comitato a favore dei referendum sulla giustizia del prossimo 12 giugno. "Ma non è la nascita di un terzo polo", mettono in chiaro i coordinatori cittadini delle tre formazioni riformiste, oggi in conferenza stampa al parco del Velodromo a Bologna. "E’ un comitato non scontato e non banale – sottolinea Aldo Marchese, numero uno di Forza Italia – perché siamo forze politiche diverse e con posizioni differenti rispetto alla maggioranza in città. E’ un atto di coraggio e non a caso succede a Bologna, una città che cerca sempre di andare oltre le etichette per trovare soluzioni ai problemi reali".

Andrea Forlani di Azione assicura: "Non stiamo creando nessun

terzo polo, in politica le cose sono sempre in divenire ma al momento questo non è all’ordine del giorno. Di sicuro, non dal punto di vista elettorale". E Roberto Giorgi Ronchi di IV precisa: "L’iniziativa sulla giustizia nasce con finalità diverse, c’è un grande vuoto politico e occorre ripartire dai temi. Questo è più importante dei posizionamenti". Quello della giustizia, sostiene il renziano, "è un problema gravissimo da tempo: carenza di personale, sovraffollamento delle carceri, procedimenti troppo lunghi, scarsa credibilità e fiducia da parte dei cittadini. Il rischio è pregiudicare il futuro del Paese". Sul referendum del 12 giugno, però, "è stato messo il silenziatore – accusa Giorgi Ronchi –, pochi cittadini ne sono a conoscenza. Per questo abbiamo deciso di unire le forze, per spingere la città al voto".

Il comitato organizzerà quindi iniziative per far conoscere i cinque quesiti referendari con banchetti, volantinaggi e convegni. "Invitiamo tutte le forze politiche, i corpi intermedi e i sindacati a impegnarsi per superare questa cortina di ferro", esortano FI, IV e Azione. Senza una riforma della giustizia, sostiene ancora Marchese, "scappano gli investitori e anche il Pnrr verrà meno".

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