Fiere, fumata nera Rimini-Bologna "Fusione complessa, ne riparleremo"

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Che il percorso fosse accidentato lo si sapeva, ma ieri se ne è avuta un’ulteriore conferma. La fusione tra le fiere di Bologna e Rimini resta ancora un cantiere aperto, apertissimo. E, per approfondire gli aspetti tecnici dell’operazione – soprattutto quelli relativi alla governance, cioè chi comanderà dentro la nuova società – servirà un incontro supplementare a inizio anno. Sempre che tutto non torni in alto mare per stop e veti incrociati da parte dei due attori in campo.

Lo scenario emerge dalla stringata nota congiunta inviata ieri sera dal sindaco Virginio Merola e del primo cittadino di Rimini, Andrea Gnassi, dopo un incontro tra le due parti definito "teso" da diversi dei partecipanti. "In relazione al processo di aggregazione delle due società Bologna Fiere e Italian Exhibition Group (che comprende le fiere di Rimini e Vicenza; ndr) e dei quartieri fieristici, con l’obiettivo di consolidare e rafforzare il ruolo di leading player nei prossimi anni in Italia e nel mondo, la complessità di tutti gli elementi tecnici e amministrativi richiede il proseguimento istruttorio e della discussione in corso – mettono nero su bianco i due primi cittadini –. Perciò la riprenderemo con un nostro incontro già nei primi giorni dell’anno nuovo". Secondo il pre-accordo non vincolante firmato a ottobre, il tempo utile per chiudere la partita c’è ancora tutto, avendo entrambe le società indicato la scadenza di maggio. Ma è chiaro che il "proseguimento istruttorio" non potrà durare ancora a lungo.

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