Focolaio alla Dozza, stop accessi

Tredici detenuti positivi, uno ancora ricoverato Il Provveditorato dirotta gli arrestati in altri istituti

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Troppi detenuti positivi al Covid-19 alla Dozza. Con una missiva, inviata al provveditore regionale, la direttrice della casa circondariale Rocco D’Amato, Claudia Clementi, ha chiesto ieri di sospendere i nuovi ingressi e dirottare gli arrestati, dove possibile, verso altri istituti. La richiesta arriva a seguito della relazione della dirigente dell’unità operativa di medicina penitenziaria dell’istituto, Raffaella Campalastri, che evidenzia come all’interno della Dozza ci sia ormai un focolaio della malattia. "Sono presenti in istituto ben 13 positivi – scrive la dottoressa – un detenuto è ancora ricoverato e un detenuto (Vincenzo Sucato, di 76 anni, ndr), pur se già posto agli arresti domiciliari, è deceduto in ospedale. Per circoscrivere la diffusione dell’infezione sarebbe opportuno che non venissero accolti nuovi giunti provenienti dall’esterno i quali, anche se asintomatici, devono essere forzosamente considerati come potenziali positivi e portatori di infezione".

Una richiesta che il provveditore Gloria Manzelli ha accolto, chiedendo alle autorità giudiziarie e alle forze di polizia "in caso di persone di sesso maschile arrestate o fermate" di prendere accordi preventivi con il Provveditorato "al fine di individuare altro istituto dove condurre le persone". Intanto, come disposto dalla Regione, tutti gli operatori di polizia penitenziaria, sia della Dozza che del Pratello, come più volte sollecitato dai sindacati, verranno sottoposti nei prossimi giorni a test sierologici. Esami che verranno effettuati anche sul personale dell’amministrazione penitenziaria.

Nicoletta Tempera

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