Elisabetta Franchi: "Io, vittima di violenza. Denunciate"

La stilista al fianco del Sant’Orsola per la Giornata contro gli abusi. E al numero verde medici e psicologi assistono direttamente le donne

La stilista Elisabetta Franchi (a destra) insieme alla dottoressa Monia Gennari

La stilista Elisabetta Franchi (a destra) insieme alla dottoressa Monia Gennari

Bologna, 21 novembre 2021 - "Purtroppo conosco da vicino la violenza. Non parliamo solo di quella che le donne subiscono sul proprio corpo, ma anche di quella a cui tanti bambini sono costretti ad assistere".

È un testimonial d’eccezione quello che ha sposato il progetto del Policlinico Sant’Orsola, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, celebrata il 25 novembre di ogni anno: la stilista e imprenditrice Elisabetta Franchi si spende in prima persona e mette la propria faccia, la propria voce, la propria storia nella campagna di sensibilizzazione. Una storia condizionata, come racconta, "da episodi di violenza assistita" in cui si è ritrovata coinvolta fin da piccola, ma che non le impediscono ora di parlare, con la fermezza e la serenità che la contraddistinguono, a tutte le donne o famiglie ancora nell’incubo. "Una donna che ce l’ha fatta", si legge nella presentazione, che esorta ora tantissime persone ancora nel tunnel a compiere il gesto più sensato: denunciare.

Il Policlinico ha messo in piedi così una settimana di iniziative, che partiranno domani e si concluderanno il 28 novembre. Innanzitutto, una linea telefonica: un numero verde – 320.7469681 – sarà sempre attiva per ricevere messaggi tramite WhatsApp, mentre allo stesso contatto, da domani a venerdì (dalle 14 alle 17) e sabato (dalle 11 alle 13), risponderanno direttamente ginecologhe, pediatre, psicologi, infermiere, assistenti sociali, operatori socio sanitari e medici legali dedicati al percorso ‘violenza sulla donna e sul minore’, che effettueranno una prima accoglienza e indirizzeranno gli utenti al percorso più idoneo. Aiuto, ascolto, assistenza, informazioni: l’importante è iniziare a instaurare un dialogo. Poi, durante tutta la settimana, sarà attiva anche la casella di posta elettronica openweek.violenza@aosp.bo.it, dove sarà possibile, tra le altre cose, concordare colloqui al di fuori dagli orari indicati, fornendo nome e numero telefonico al quale essere ricontattati.

Elisabetta Franchi indossa un vestito rosso di tulle, "simbolo della favola", e racconta la propria esperienza dalla panchina appositamente colorata di rosso all’interno del Policlinico.

"Quando si parla di violenza, si pensa spesso che venga solo da fuori, mentre nella maggior parte dei casi è domestica – sottolinea la stilista –. È dietro alla porta di casa nostra, dove dovremmo sentirci protette, mentre invece avviene il peggio. Le madri non si devono vergognare di denunciare, i bambini che assistono a episodi così brutali vedono infranto un sogno: il mio vestito rappresenta proprio ‘la favola’ in cui dover credere, da bambina e da grande, perché spesso si incontrano uomini sbagliati che ci fanno credere che le favole non esistano. Ma non è così".

"Da mamme e da bambini si pensa spesso di essere sbagliati e si finisce per stare in silenzio – continua Franchi –, sia per la violenza subita, sia per aver assistito a determinate scene, fino a giustificarle. Non permettete che i vostri figli vedano cose che alla loro età non dovrebbero assolutamente vedere".

"Il Policlinico da sempre è impegnato al contrasto della violenza su donne e minori – spiega Monia Gennari, pediatra del Sant’Orsola –. Da anni ci occupiamo di instaurare percorsi e lavorare con gli operatori per aumentare la sensibilità sul tema. Da lunedì (domani, ndr) saremo ancora più vicini alle donne che hanno bisogno di una risposta o di un’indicazione per iniziare il proprio percorso. Saremo sempre raggiungibili e pronti a tendere la mano a chi è in difficoltà. Il nostro ruolo è quello di voler stimolare le donne ad emergere, ad affrontare le problematiche interfamigliari e il clima di violenza che subiscono, per tutelare loro e i minori".

 

 

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