Bologna, 21 gennaio 2023 – “Erano circa le 6, stavamo facendo l’accettazione dei pazienti, quando abbiamo visto delle macchine ferme in strada e siamo andati a vedere cosa fosse accaduto".
Il dottor Walther Domeniconi, direttore esecutivo della clinica Villa Laura, era al lavoro la mattina del 3 dicembre scorso ed è stato tra i primi a soccorrere, in via Emilia Levante, Franco Bertolucci.
L’uomo, malato psichiatrico, molto conosciuto in città, è morto 18 giorni dopo al Sant’Orsola. E ora la sorella Maria vuole sapere cosa gli sia accaduto: "Da quello che abbiamo ricostruito mio fratello è stato investito da qualcuno che poi se ne è andato, lasciandolo lì", ha detto, facendo un appello a chi possa aver visto qualcosa.
Franco era stato subito soccorso dal personale di Villa Laura, che però non aveva assistito al momento della caduta. "L’uomo era a terra, in stato confusionale quando siamo arrivati – racconta il sanitario –. C’erano delle auto che si erano fermate, era in mezzo alla strada con la bicicletta e abbiamo chiamato subito il 118. Non ho visto il momento della caduta, siamo arrivati subito dopo. Non c’erano però segni di frenate o frammenti di parabrezza o altro in strada".
Bertolucci, 56 anni, è arrivato poco prima delle 7 al Sant’Orsola, trasportato in codice di massima gravità. Qui è stato immediatamente sottoposto a tac e accertamenti. Un paio d’ore dopo, dato che non c’era certezza su cosa gli fosse accaduto, i sanitari hanno informato il posto di polizia del Policlinico.
E, intorno alle 14,30, Franco, che rispondeva solo a stimoli molto forti, è stato trasferito alla terapia intensiva, dove lo scorso 21 dicembre è morto. Sulla vicenda la Procura ha aperto un fascicolo, a carico di ignoti, per omicidio stradale dopo che la famiglia ha sporto denuncia al commissariato Bolognina Pontevecchio: è già stata acquisita la cartella clinica del cinquantaseienne e la polizia sta ascoltando i soccorritori.
Dopo l’appello della famiglia, in commissariato si è presentata una donna, che al momento dell’incidente stava aspettando il bus, che avrebbe riferito di aver notato Franco arrivare in bici, di essersi voltata e poi di aver sentito un tonfo e di aver visto il l’uomo a terra. Non avrebbe però visto un’auto urtare la bici, né avrebbe sentito rumori di accelerazione o frenate. Per ricostruire l’intero episodio, però, mancano ancora dei tasselli, che la famiglia sta cercando, appellandosi a chi, quella mattina, può aver visto qualcosa. Anche le telecamere della zona sono al setaccio.
"Mio fratello era attentissimo alla sua bicicletta, la teneva come un gioiello – ha raccontato Maria –. L’hanno ritrovato accartocciato sulla bici, con il fanalino rotto. Questo ci fa pensare sia stato vittima di un pirata della strada".
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