Furti Monterenzio, rubate le piantine dei volontari

A Monterenzio un gruppo aveva piantato 300 vasetti di erbe aromatiche: «Ma non ci scoraggiamo»

I volontari al lavoro

I volontari al lavoro

Bologna, 15 aprile 2019 - «È un peccato. Per il gesto, non certo per il valore. Hanno rubato a tutti noi un bene comune». Inutile dire che i volontari del progetto ‘Bella Monterenzio’ ci sono rimasti male. Una settimana fa si sono trovati in un bel gruppo, con piante e attrezzi in mano, per mettere a dimora oltre 300 essenze aromatiche di lavanda e rosmarino lungo un percorso pedonale abbandonato da tempo, parallelo a via Idice, con l’obiettivo di renderlo accogliente e fruibile. Dopo qualche giorno però alcune piantine non c’erano più. Qualcuno ci si è messo d’impegno per portarle via.

«Me le avevano regalate – lamenta Michele Spanò, ideatore e coordinatore dell’iniziativa - . Vedere però che cinque piante sono state portate via è un brutto segnale. Noi comunque non ci scoraggiamo. Azioni come queste non devono limitare neanche parzialmente l’entusiasmo con cui ci dedichiamo a migliorare la nostra terra».

Nata grazie al passaparola e ai social, dove in poco tempo ha conquistato più di 800 follower, l’iniziativa ‘Bella Monterenzio’ è una rete autogestita di cui fanno parte una ventina di cittadini che mettono mani, braccia e competenze a disposizione del loro Comune, dividendosi i compiti a seconda delle capacità di ciascuno. L’esperienza è iniziata quando Michele Spanò qualche mese fa ha deciso di acquistare della ghiaia per chiudere alcune buche nel piazzale di terra battuta che doveva attraversare per arrivare a casa.

Mentre lavorava i suoi concittadini hanno mostrato apprezzamento per quello che stava facendo, così è nata una colletta per acquistare altra ghiaia. Poi sono arrivate le persone ad aiutare. Con la stessa logica il gruppo ha recuperato anche un sentiero di Bisano abbandonato. Forti di queste esperienze i volontari di fronte alla sparizione delle piante hanno dunque deciso di non prenderla persa e di alzare ancora il tiro.

«Nel cammino metteremo adesso anche le piante di fragole – dice Spanò - . Così nel giro di un paio d’anni creeranno un tappeto che offrirà frutti e contrasterà la crescita dell’erba alta». E se finalmente vincerà il rispetto per il lavoro degli altri e per i beni comuni, tutti potranno goderne.

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