Bologna, scompare il gatto Gino. Guerra legale tra vicini

Denunce incrociate tra i proprietari e due condomine. Ma il micio è scomparso

Il gatto Gino

Il gatto Gino

Bologna, 28 giugno 2018 - Di Gino si sono perse le tracce dall’11 marzo. Nessuno – o almeno, nessuno della sua ‘famiglia’ – sa dove sia. E su quella sparizione in procura proliferano le carte: denunce e controdenunce, fiumi di verbali di sommarie informazioni, relazioni dei Nas, corposi compendi normativi, indagati, richieste di archiviazione e opposizioni. Insomma, un caso con la lettera maiuscola che ha impegnato per giorni e giorni i militari nella ricerca forsennata di quel piccolino di due anni appena, di origini simil norvegesi. Sì perché Gino altro non è che un gatto, per di più al centro di una faida vicinale arrivata dritta in procura: da un lato i proprietari, dall’altra due vicine di casa che gestiscono una colonia felina privata. Ed entrambi rivendicano la proprietà del micio.

A far partire le indagini per appropriazione indebita, il 10 aprile, sono stati i legittimi proprietari di Gino, in possesso di regolare libretto sanitario. La coppia, che abita in città, aveva trovato il gatto in Toscana, l’estate scorsa, nell’abitazione di famiglia di lui. Finite le vacanze, dopo le ricerche infruttuose di un eventuale proprietario ed essendo diventato Gino ormai uno di famiglia, a settembre hanno deciso di portarlo a vivere con loro a Bologna. Vaccinato e schedato da un veterinario di fiducia, il micione ha ripreso le sue abitudini: giretti in autonomia, fuori e dentro il giardino di casa. E dei vicini. Ma questo suo girovagare deve avere indotto due vicine di casa – una delle quali veterinaria – a considerarlo un membro della colonia felina per randagi che la professionista ospita sulla sua proprietà. A un certo punto, però, a marzo Gino scompare. I coniugi iniziano a cercarlo ovunque, con tanto di manifesti e annunci sul sito del Comune. I vicini sono i primi a cui si rivolgono e dopo qualche tempo una terza signora confessa: il gatto, accolto dalla veterinaria, era stato sterilizzato e dato in affido. Il passo successivo è stato chiedere indietro il micio alla professionista, che fin da febbraio aveva ripreso più volte la coppia sulla tenuta del gatto, lasciato a suo dire troppo libero ed esposto a rischi. Tanto che quell’11 marzo, secondo le memorie in atti della professionista, Gino era stato salvato da un giardino con un cane, quindi curato, sterilizzato e affidato ad altri. La trattativa per riaverlo indietro si è arenata e i coniugi hanno fatto denuncia contro la veterinaria e la vicina. Mentre le due finivano indagate per appropriazione indebita, controdenunciavano la coppia per maltrattamento di animali.

E oggi? I Nas hanno concluso le loro indagini ravvisando la colpevolezza di veterinaria e vicina: per loro ben sapevano a chi apparteneva il gatto. Ma per la pm Silvia Baldi questa certezza non c’è tanto che ha chiesto l’archiviazione (opposta dai coniugi) sostenendo che la sterilizzazione "oggi giorno è pratica diffusa e in alcuni casi obbligatoria". Di Gino, invece, non c’è alcuna traccia.

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