Giacomo Oldrati, fidanzata seviziata. "L'ho picchiata, ma ho problemi"

Milano, l'aguzzino ammette le proprie responsabilità davanti al gip. A Bologna altre violenze, era stato assolto per infermità mentale

Giacomo Oldrati, arrestato per stupro e assolto ha sequestrato un'altra ragazza

Giacomo Oldrati, arrestato per stupro e assolto ha sequestrato un'altra ragazza

Bologna, 6 giugno 2019 - Il 'guru' del corallo è tornato a colpire. Giacomo Oldrati, ieri è finito di nuovo in manette dopo che in primo e secondo grado era stato assolto a Bologna perché dichiarato incapace di intendere e di volere. Ed è finito nei guai per una storia identica: sequestro di persona e lesioni nei confronti di quella che è la sua attuale ragazza, tenuta segregata da sabato a martedì in un appartamento di Milano. Fino a quando lei, l’altro pomeriggio, approfittando di un attimo di distrazione del fidanzato-aguzzino, si è gettata dalla finestra per fuggire fratturandosi il malleolo e altre ossa. Per fermare Oldrati, 39enne originario di Milano, ritrovato in casa poco dopo, la polizia è stata costretta ad usare lo spray al peperoncino.

"Sì l'ho picchiata, l'ho rinchiusa, ho problemi psichiatrici": così Oldrati ha ammesso le responsabilità davanti al gip Ilaria De Magistris, difeso dal legale Marco Calanca.  Ha ammesso di avere picchiato la fidanzata e di averla tenuta segregata per via dei suoi problemi psichici, facendo anche l'elenco dei medici da cui è in cura nell'interrogatorio di garanzia che si è svolto oggi nel carcere milanese di San Vittore.

Il giudice dovrà ora decidere se convalidare l'arresto ed emettere per lui una misura cautelare in carcere oppure optare per una misura di sicurezza in una 'Rems', ossia in un ex ospedale psichiatrico giudiziario, ritenendo che per i suoi problemi psichici Oldrati non possa stare in carcere.

Dopo l'assoluzione a Bologna l'uomo era stato qualche tempo in un ex ospedale psichiatrico giudiziario. Ma di recente era stato dimesso e era seguito dai medici di un centro psicosociale di Milano per via dei suoi disturbi mentali.

Giacomo Oldrati, le violenze di Bologna: usava un particolare corallo per stordire le vittime

Una storia colma di violenza quella del 39enne, passato alle cronache come colui che drogava le sue vittime con una sostanza tossica ricavata dai funghi del corallo ed era chiamato a rispondere di episodi risalenti tra settembre e ottobre 2012 tra Bologna (in un appartamento di via Mengoli), Monterenzio e Cervia. Una furia cieca, capace di accanirsi contro quattro ragazze nel loro appartamento cittadino, dove erano state costrette a subire atti umilianti e vessatori. «Io sono un dio, voi dovete sottomettervi e pentirvi», diceva mentre le drogava con i coralli palythoa, particolarmente tossici.

A una di loro estirpò un neo con le forbici, ritenendolo – secondo i periti del tribunale – «una lumaca spaziale», ovvero la fonte del male. Un’altra fu ripetutamente stuprata, una terza obbligata ad autoschiaffeggiarsi, la sua ex picchiata tanto da fratturarle il naso.

Il 23 gennaio 2018 il tribunale di Bologna aveva assolto Oldrati dichiarandolo non imputabile per un vizio totale di mente al momento dei fatti. Morale, libertà vigilata con la prescrizione di seguire un programma terapeutico. Sentenza, poi, confermata il 14 febbraio scorso dalla Corte d’appello che sottolineò come la «diagnosi di disturbo bipolare veniva reiteratamente e concordemente formulata in numerose occasioni». Dal primo ricovero in una casa di cura (2-20 gennaio 2000), durante un Tso (4-10 febbraio 2001), ancora in occasione di un terzo ricovero (2-10 marzo 2001) e, infine, pure alla Dozza (23-30 dicembre 2002).

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E nelle motivazioni della seconda decisione, depositate di recente, la Corte più volte sottolinea la "megalomania", la "convinzione di onnipotenza", il suo sentirsi "il Messia". In una struttura protetta, spiegano ancora i giudici, si era presentato "con una pietra, uno straccio e due bastoni che sarebbero stati lo splendore, la spada di fuoco e la spada d’acqua, armi di un eroe dei fumetti che lo stesso affermava di avere riconosciuto".

Perché, per Oldrati, "la fine del mondo era vicina" e lui era stato chiamato per combatterla. All’origine del suo disturbo bipolare, per la Corte e per gli psichiatri, "ci sono episodi depressivi". Uno, il più grave di tutti, del settembre 1998 dopo l’investimento di un pedone; seguirono la rottura dei suoi rapporti affettivi (nel 2004 con la madre della figlia di Oldrati, nel 2008 con una compagna).

Le condotte violente contro le ragazze, scrivono ancora i giudici dell’Appello, per Oldrati "erano finalizzate a far loro del bene e del male". Davanti a un perito, commuovendosi, disse: "Ad oggi penso che se avessi avuto maggiore consapevolezza ed avessi aderito alle terapie, forse non sarei qui".

Dopo le assoluzioni, è tornato ad essere un uomo libero. "Stava seguendo un percorso terapeutico con buoni risultati", dicono oggi i suoi avvocati. Prima di essere inghiottito nuovamente dal suo male e tornare ad essere "il dio cattivo".

 

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