Gioco d’azzardo, il piano della Regione Emilia Romagna

Già presentato al Ministero. L’assessore comunale al Welfare di Bologna, Rizzo Nervo: "Attaccamento morboso agli smartphone già alle elementari"

Gioco d'azzardo (foto di repertorio)

Gioco d'azzardo (foto di repertorio)

Bologna, 1 giugno 2022 - "Il gioco d’azzardo è esteso, pervasivo, molto difficile da seguire in quanto escono sempre forme nuove di gioco. Lo scenario futuro non lo conosciamo, ma è abbastanza certo che per quanto riguarda il gioco on line le agenzie si inventeranno strategie sempre meno complesse in termini di accesso". Alessio Saponaro è il dirigente regionale della Salute mentale e Dipendenze patologiche nel cui ambito rientra anche il gioco d’azzardo quando diventa un problema che mette a repentaglio la salute delle persone. Perché chi gioca in modo compulsivo non solo si rovina economicamente, ma sta anche male. E fa star male. Con la riapertura di tutti i locali e l’allentamento delle misure legate alla pandemia, la Regione ha messo in piedi un vero e proprio piano di prevenzione contro il gioco d’azzardo che parte da quest’anno e arriva fino al 2025 ed è stato presentato al ministero della Salute.

Il piano, come spiega Saponaro, prevede un sistema di rete fra servizi per le dipendenze patologiche, le strutture residenziali specializzate, le associazioni e i Comuni "che sono attori strategici nella prevenzione. Hanno fatto un grande lavoro nelle opere di distanziamento dei luoghi dove è possibile il gioco d’azzardo da quelli sensibili come le scuole e questo sta dando ottimi risultati". Intanto la Regione ha stilato, nei giorni scorsi un Protocollo fra tutte le università e le associazioni di volontariato e i gruppi di contrasto anche questo al fine della prevenzione ma anche dello studio, attraverso tesi di laurea, di quello che è il gioco quando diventa patologia.

"Attraverso gli studi e le tesi si fa cultura – sottolinea il dirigente – perché questo fenomeno impatta anche da un punto di vista sociale e giuridico visto che molte persone che hanno subìto gravi perdite tante volte di rivolgono agli usurai". Se si chiede al dottor Saponaro quali giochi ritiene più pericolosi al fine di creare una dipendenza, non ha dubbi: slot machine, gratta e vinci e lotto. "Perché sono quelli più di prossimità, che puoi trovare ovunque. Ma sicuramente il gioco on line è destinato a estendersi in futuro. Adesso magari è approcciato dalle persone più giovani, più smart, che hanno più dimestichezza con internet, ma questa fascia di persone competenti è destinata a crescere e certamente le agenzie di scommesse inventeranno nuove cose e strategie".

Luca Rizzo Nervo, assessore Welfare
Luca Rizzo Nervo, assessore Welfare

"La nostra attenzione non è recente ma negli ultimi tempi è stata potenziata perché è aumentata la preoccupazione – dichiara Luca Rizzo Nervo, assessore comunale al Welfare –. E’ un tema che va affrontato in più ambiti: con l’Azienda Usl, il Sant’Orsola, l’Ufficio scolastico provinciale. Stiamo lavorando molto su questo ambito perché vediamo un attaccamento morboso al gioco già nei bambini. Infatti stiamo facendo incontro nelle scuole elementari nelle quarte e quinte, perché le famiglie sono preoccupate e non sanno come affrontare il problema. Non c’è ancora l’aspetto dell’azzardo, ma vediamo che attraverso gli smartphone si possono fare giochi elettronici che arrivati a un certo livello chiedono di pagare se si vuole continuare. E questa è una cosa che preoccupa. Per questo facciamo azioni conoscitive sui vari device e sui motori di ricerca nelle cuole ma anche fuori con i ragazzi, i genitori e gli insegnanti".

L’azione del Comune non si ferma certo ai più più piccoli: "Ogni anno si sono 200 mila euro per la prevenzione del gioco d’azzardo – precisa Rizzo Nervo – e naturalmente ci rivolgiamo anche ai ragazzi delle medie dove anche qui emerge una grande competitività legata ai giochi sui device. Poi ci sono gli anziani, altra categoria che preoccupa. Qui prevenzione e incontri vengono fatti nei quartieri e nei centri di aggregazione perché tante volte la patologia da gioco d’azzardo è sommersa, nascosta perché le persone provano vergogna a parlarne e invece deve emergere. Noi mettiamo a disposizione i servizi per aiutare chi capisce di avere questa dipendenza che è in tutto e per tutto simile alle droghe o all’acol".

 

 

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