Gli scatti di un futuro nascosto

Da venerdì a DumBo apre ’PhMuseum’, festival internazionale di fotografia che ’sconfina’ anche in centro

Migration

di Benedetta Cucci

Ci sono fiere internazionali dove si commerciano armi per la Difesa, ma la gente comune non ne sa niente. Nel backstage della guerra, tra finger food, calici di bollicine e bazooka in posa, si è invece addentrato un fotografo russo, Nikita Teryoshin, puntando occhi e obiettivo su uno scenario che è tutto il contrario di morte e devastazione ed è nata ’Nothing Personal’, una mostra che da venerdì 23 settembre sarà visibile a PhMuseum Days, festival internazionale di fotografia che per il secondo anno si presenta a DumBo, questa volta, però, allo Spazio Bianco e per due weekend, 23-24-25 settembre e poi 1 e 2 ottobre. Il tema di questa edizione è ’Today Is Yesterday’s Tomorrow’, occasione per comprendere il potere delle azioni e il rapporto tra passato, presente e futuro, come spiega Giuseppe Oliverio, direttore di PhMuseum, museo online e con sede fisica in Cirenaica, che in dieci anni ha tessuto reti internazionali fittissime nel mondo della fotografia. I fotografi sono ormai di casa sotto le Torri e in questi giorni, nell’ambito del festival, si vedranno tante altre mostre dai temi ruggenti, come ’Ukrzaliznitsia’ della fotografa ucraina Julie Poly, che, prima della guerra, ha catturato l’essenza del viaggio sui treni del suo paese: c’è chi si sposa e chi organizza feste notturne e l’estetica di Poly ha un impatto fortissimo. Storie di ieri che avrebbero dovuto insegnare all’oggi, ma così non è andata: l’artista italiana Sara Palmieri nella sua esposizione ’La Linea d’Acqua’, con radici nell’alluvione del Polesine del 1951, sviluppa una riflessione sulla rappresentazione e sull’estetica del trauma. Sembrano sussurrare "ricordati da dove vieni", gli scatti dei francesi Agatha Kalfas e Mathias Benguigui dal titolo ’Asphodel Song’, in cui si narra dell’isola di Lesbo, dove i migranti convivono con gli abitanti, a loro volta figli di rifugiati arrivati a inizio Novecento. La lente si sposta poi ancora sul passato con ’The Weight of the Word’ degli italiani Piero Martinello e Piero Casentini, che affrontano il tema della cancel culture. E si entra nell’archivio fotografico di un’esplosione nucleare con ’Nuke’ dell’argentino Marcelo Brodsky, che interviene sulle immagini, ricordando che l’unica via per evitare tragedie future è quella del disarmo. PhMuseum Days occupa alcuni spazi pubblici dela città, grazie alla collaborazione con operatori culturali del territorio. Arriva in piazza Minghetti con 42 foto (stampate su tessuto da vela) di artisti selezionati tramite una open call, insieme a Cheap abita le bacheche di via dell’Abbadia, dove andranno in affissioni le immagini di ’Umbai’ della fotografa Munirah Almehri che immagina un futurismo queer nel contesto kuwaitiano e al Cassero arriva ’Neuromantic’ lavoro di Ana Vallejo, con una foto che finisce anche sott’acqua. E chi ha un portfolio, il 24 settembre può farlo visionare a esperti di tutto il mondo. Phmuseumdays.it

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro