Migranti Bologna, si cambia. Hub di via Mattei verso la chiusura

Borgonzoni (Lega): "La struttura è nel piano di alleggerimento del Viminale". Al suo posto un mini-centro per le espulsioni

Lucia Borgonzoni e Francesca Scarano (Lega) all’hub di via Mattei

Lucia Borgonzoni e Francesca Scarano (Lega) all’hub di via Mattei

Bologna, 12 settembre 2018 -  "L'Hub regionale di via Mattei è entrato nel piano di progressivo alleggerimento. Un’operazione che porterà alla chiusura della struttura per come la conosciamo oggi''. Lucia Borgonzoni, senatrice leghista, sottosegretario alla Cultura del governo Conte e consigliera comunale, due giorni fa ha visitato l’hub migranti in compagnia di Francesca Scarano, capogruppo della Lega in Comune. Una chiacchierata con gli addetti ai lavori per fare il punto della situazione, all’alba di una svolta che è ormai, se non imminente, prossima ad arrivare. Il piano in atto del Viminale e quindi del ministro Matteo Salvini, al quale Lucia Borgonzoni è molto vicina, prevede il progressivo alleggerimento di tutte le strutture come l’hub della nostra città, fino a un superamento definitivo. Bologna per ora sta anche dando una mano a quegli hub che stanno chiudendo proprio in questo periodo: è il caso di Como, dal quale hub sono arrivati ieri in città 40 migranti secondo il programma di definitivo alleggerimento. Bologna sarà tra le prossime strutture interessate a una progressiva dismissione, anche se per ora, da quanto trapela, non è dato capire quali siano i tempi.

Si andrà molto probabilmente al 2019, dopo un 2018 che ha fatto registrare numeri in netto calo: dal 1° gennaio gli arrivi da sbarchi sono stati 300 e attualmente sono 306 gli ospiti della struttura (fonte Prefettura). Anche se da sbarchi, questo è il nuovo dato, non arrivano ospiti ormai dal 1° luglio 2018. Sempre dall’inizio dell’anno fino al 30 agosto, gli arrivi da trasferimenti o alleggerimenti sono stati 87 (anche da centri come Gorizia e Trieste), ai quali vanno aggiunti i 40 arrivi di ieri da Como. In autonomia gli arrivi sono stati 160, mentre gli approdidettati dal famigerato trattato di Dublino sono stati 253. In totale nel 2018 siamo a 840 arrivi.

Ma quale sarà il piano del ministero dell’Interno dopo la dismissione degli hub regionali, compreso quello di Bologna? Resta in campo, secondo quanto trapela, la creazione di Centri per il rimpatrio, piccoli e veloci nelle procedure. Non si chiameranno ovviamente Cie, l’accordo di governo è chiaro, ma vivranno con un altro nome. E l’hub attuale potrebbe essere destinato ad altro, un processo già delineato al Carlino 11 mesi fa dall’ex prefetto Matteo Piantedosi, attuale Capo di Gabinetto di Salvini. Sul nostro territorio, come noto un Centro potrebbe nascere a Modena proprio al termine dell’esperienza dell’hub. Ma non è escluso, secondo le ultime indiscrezioni, che un secondo mini Centro possa sorgere a Bologna o nel Bolognese. Un’ipotesi che ovviamente dovrà essere studiata e concordata e nel caso realizzata con la Regione Emilia-Romagna. Sulla gestione dei migranti, dei flussi e quindi dei rimpatri molto s’appresta in definitiva a cambiare. Lucia Borgonzoni, durante la sua visita in via Mattei, ha anche approfondito con i referenti della Prefettura un tema trattato alcuni giorni fa dal Carlino, quello del racket della prostituzione all’esterno della struttura. Un fenomeno sul quale la Borgonzoni, nel corso del suo lavoro da consigliera comunale, aveva spinto in aula e nelle commissioni. «La Prefettura riferisce di non avere dati o denunce rispetto a casi di prostituzione di persone che vivono dentro l’hub – spiega il sottosegretario –. Mi dicono che approfondiranno, anche per capire se ci sono stati reati commessi fuori dalla nostra regione. Bisogna capire se queste persone vengono sfruttate, da dove arrivano, approfondire quali rapporti possono esistere, in particolare – conclude – riguardo la piaga della prostituzione, tra l’esterno e i richiedenti che sono nell’hub».

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