I candidati Pd: "Noi più affidabili Sanità e fisco, niente salti nel buio"

In piazza 300 persone per il comizio di chiusura. Bonaccini: "Non è il momento di parlare di congresso". Appelli al voto utile, la Schlein: "Mancano poche ore, dobbiamo fare di tutto per convincere gli indecisi"

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di Rosalba Carbutti

Affidabilità contro inaffidabilità per convincere gli indecisi. È un po’ questo il senso della chiusura della campagna elettorale del Pd in piazza San Francesco: portare a votare domenica più persone possibili, buttandola sulla scelta di campo. Affidabilità del centrosinistra su Europa, fisco e sanità contro inaffidabilità su tutto della destra, ripetono candidati, amministratori e dirigenti Pd.

In una piazza che non si riempie, arrivando a poco più di 300 persone, i dem fanno appello al "voto utile", evitando di disperdere i consensi, mentre sotto traccia il convitato di pietra resta il congresso Pd "di cui si parlerà a suo tempo", dicono in tandem il governatore Stefano Bonaccini e la sua vicepresidente e capolista Elly Schlein. Ma se oggi parlare di congresso è prematuro perché si deve cercare di convincere gli elettori "casa per casa", da lunedì difficilmente il tema si potrà evitare.

Ieri, in una serata fredda, con militanti e candidati infreddoliti, scaldano la platea coloro che – si dice – potrebbero essere il futuro del Pd: Bonaccini e Schlein. Al di là del congresso, il mantra è per tutti lo stesso: "Puntiamo al massimo risultato possibile. Dobbiamo convincere milioni di indecisi sull’affidabilità della nostra proposta, carica i dem il governatore.

Gli fa eco il sindaco Matteo Lepore (che chiude la serata): "Domenica non votate per i nostri candidati, ma per il futuro dei nostri figli. È in gioco l’economia del nostro Paese".

"Pensiamo a che cosa possiamo fare nelle ultime ore per convincere gli indecisi perché i prossimi cinque anni saranno decisivi", insiste Schlein a margine dell’incontro. Poi ripete, rivolgendosi ai dem: "Il nostro avversario è l’indifferenza. La gente che non crede più alla politica, è lì che dobbiamo andare a bussare".

La butta sul valore identitario la segretaria provinciale Federica Mazzoni: "Il nostro dev’essere anche un voto contro. Contro una destra in nero, populista, reazionaria e ultra conservatrice".

Qualcuno sventola le bandiere Pd, altri applaudono, mentre nelle prime file ci sono alcuni candidati dem e del centrosinistra di Bologna, da Virginio Merola a Pier Ferdinando Casini in sciarpa rossoblù, da Sandra Zampa a Valentina Cuppi; da Luca Rizzo Nervo a Simona Lembi e Davide Di Noi. Mancano Andrea De Maria e Stefano Vaccari, ma anche il Verde Angelo Bonelli per "impegni di campagna elettorale".

Più defilati i consiglieri dem, l’assessore regionale Vincenzo Colla e gli alleati, dalla Verde Silvia Zamboni al Coraggioso Igor Taruffi fino a Max Bugani, oggi Articolo 1.

Molti chiedono foto a Bonaccini, che sul futuro Pd non si sbilancia: "Non dobbiamo passare da un segretario all’altro. Il congresso si farà quando sarà il momento, a tarda primavera o in estate". E come dice Prodi "sarà il luogo per una grande discussione". Infine, uno sguardo al risiko in Regione. Se, come pare, la capolista Schlein verrà eletta. "La sostituiremo. E faremo presto... perché se così non sarà significa che il risultato del centrosinistra è stato catastrofico", dice il governatore con una battuta. A dare l’assist a Schlein è Lepore: "Questo Pd è riuscito a unire chi, come Elly, era uscito dal partito dopo il Jobs Act", dice. E invita "Bologna, la città più progressista d’Italia", a votare Pd. La serata, dopo aver aperto con Vedi cara di Guccini, chiude con Bella ciao. E un po’ di ottimismo: "Il Pd farà un buon risultato", chiude il governatore emiliano prima di andare a Modena. "Mangia i tortellini", gli dice Lepore. Una risposta (anche gastronomica) alla Meloni, l’altro giorno in città in veste di sfoglina.

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