BEATRICE BUSCAROLI
Cronaca

I restauri svelati per la prima volta. Un volume racconta tesori d’Italia

"Il restauro è la peggior forma di distruzione", ammoniva verso la metà dell’Ottocento John Ruskin, indignato per tutto quello che...

I restauri svelati per la prima volta. Un volume racconta tesori d’Italia

I restauri svelati per la prima volta. Un volume racconta tesori d’Italia

"Il restauro è la peggior forma di distruzione", ammoniva verso la metà dell’Ottocento John Ruskin, indignato per tutto quello che non fosse un reale "restauro conservativo, filologico". Francis Haskell, più di un secolo dopo – preoccupato dal proliferare delle mostre in tutto il mondo – ricordava come "ogni restauro è una sconfitta". E "quando la decisione di concedere in prestito dei dipinti deriva da considerazioni di politica internazionale o diplomazia artistica la preoccupazione deve trasformarsi in indignazione".

Comunque sia, da due secoli il tema del restauro – e di che cosa per ’restauro’ debba intendersi – ci interroga, poiché gli insulti del tempo e l’incuria degli uomini hanno lentamente messo in pericolo le opere d’arte. Conservativo-filologico, stilistico, oppure la via mediana proposta nel 1883 da Camillo Boito, espressa nella I Carta italiana del Restauro: in ogni caso le opere d’arte – anche se appartengono all’esecutore o al committente – costituiscono un patrimonio che si rivolge alle generazioni future, come testimonia l’articolo 9 della nostra Costituzione: "La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione". Tutelare il paesaggio e il patrimonio artistico, beni di ogni cittadino, "beni culturali", come li avrebbe definiti Andrea Emiliani, che siamo chiamati a salvaguardare con orgoglio e con rispetto.

In occasione del decennale della riforma dell’insegnamento di Restauro (nelle otto Accademie di Belle Arti di Bologna, Como, L’Aquila, Verona, Macerata, Milano, Napoli e Palermo), si inserisce il progetto avviato dall’Accademia di Bologna Restauri svelati. Il contributo delle Scuole di Restauro Afam-Mur al recupero del patrimonio pubblico, curato da Alfonso Panzetta (Ed. Fioranna, presentato all’Accademia di Bologna dai curatori, dalla presidente dell’Accademia Rita Finzi, dalla direttrice Cristina Francucci, da Giovanna Cassese, e dal ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini). Un diario di lavoro, di sperimentazione sui materiali, che si traduce in un volume che raccoglie i dati relativi agli interventi di manutenzione e di restauro realizzati nei laboratori e, soprattutto, nei cantieri-scuola, coinvolgendo restauratori, storici dell’arte, coordinatori e direttori delle otto Accademie nelle quali è attivato il Corso unico quinquennale. Corso che, come sottolinea Panzetta, riferendosi al caso bolognese, garantisce "tre diversi Profili formativi professionalizzanti": dai materiali lapidei ai gessi, stucchi e superfici decorate dell’architettura, dai materiali lignei agli arredi (mosaici, affreschi); ai dipinti, ai materiali librari, archivistici, fotografici, cinematografici e digitali. Il volume raccoglie i dati riguardanti i restauri di ciascuna scuola, 210 autori tra restauratori e storici dell’arte divisi in 81 laboratori. Spiccano, per Bologna, l’elegantissima Stele degli Alenni del Museo Civico Archeologico, la Domus dei mosaici di Claterna, la misteriosa Testa di uomo di Francesco Fracanzano della Pinacoteca, la Madonna col Bambino di Simone dei Crocefissi.

Una metodologia didattica che si è venuta strutturando, in grado di garantire – sottolinea Francucci – "agli studenti e alle studentesse di operare in diversi ambiti della conservazione … anche grazie alle collaborazioni attivate con le diverse Istituzioni preposte alla sorveglianza e alla tutela dei beni artistici e culturali". La giovane ministro Bernini ha colto immediatamente i punti fondamentali: il restauro come "cura" non solo per gli oggetti ma per chi può risolverli, l’idea di un "ecosistema della conoscenza",capace di unire sinergie diverse, per approdare, uniti, anche ai territori più difficili del Paese.