I Rumba de Bodas, omaggio all’afrobeat

Stasera al Mercato Sonato presentano il nuovo ’Yen Ko’. Franceschini: "Testi e ritmi . diversi, ma sempre per ballare".

I Rumba de Bodas,  omaggio all’afrobeat

I Rumba de Bodas, omaggio all’afrobeat

‘Global pop’ così amano definirsi i Rumba de Bodas, la formazione bolognese guidata da Mattia Franceschini che ha fatto della miscela di suoni da ogni parte del pianeta un segno identitario in continua trasformazione. Appena tornati in città dopo una lunga tournee in Sud America, portano questa sera al Mercato Sonato (via Tartini,3, ore 21) le canzoni del loro nuovo disco ’Yen Ko’. In attesa di ospitare nuovamente tra le loro fila, la prima cantante del gruppo, l’attrice Matilda De Angelis.

Franceschini, ’Yen Ko’ è un disco ancora più esasperatamente fisico di quelli precedenti.

"Il linguaggio del corpo è la nostra caratteristica, i nostri primi tre album erano fortemente influenzati dal funk, suono del ballo afro americano per eccellenza. Adesso questo viaggio verso le radici del funk ci ha portato nel luogo dal quale proviene, l’Africa. Yen Ko è un omaggio all’afrobeat, al suono ultra ritmico divulgato da Fela Kuti. La musica è diventata ancora più trascinante, ipnotica, sostenuta da un dialogo continuo tra le tastiere e la chitarra, che abbiamo utilizzato per la prima volta".

Suoni moderni, ma dal sapore mai troppo patinato.

"Volevamo che la musica di Yen Ko riflettesse il nostro interesse per gli strumenti elettronici, ma con un sguardo al passato. Per questo quasi tutto l’album è stato prodotto usando macchine analogiche, per dare ai brani quell’atmosfera polverosa ma caldissima che ha l’afrofunk, che veniva registrato negli studi di Lagos, in Nigeria".

Non sono solo musicali le novità di Yen Ko.

"C’è stato un cambiamento anche nei testi. Mentre prima erano un accompagnamento della musica, che aveva il ruolo principale, adesso le parole sono maggiormente meditate e affrontano temi della quotidianità. Come ’Isole’, che racconta il Mediterraneo e le rotte dei disperati che fuggono dal loro paese, o ’I’m A Mess’, che parla delle nuove generazioni e della loro difficoltà di dare un senso reale alla vita".

Argomenti importanti per un gruppo nato per far ballare.

"Il ballo, la danza, il divertimento sono sempre il nostro obiettivo. I nostri concerti sono delle feste dove le differenze linguistiche sono abbattute. Siamo appena tornati da un tour in Argentina, Cile, Brasile e Colombia. Abbiamo avuto l’onore di esibirci al Womad a Santiago del Cile, il festival ideato da Peter Gabriel con artisti di world music da ogni angolo del globo".

Quando avete esordito, nel 2012, cantava con voi Matilda De Angelis. Avete in programma un nuovo disco insieme?

"Matilda, come noi, è sempre in giro per il suo lavoro, è una star, ci sentiamo molto spesso, di recente ci ha salutato a Roma, dove eravamo per un programma Rai. Sì, l’idea c’è, dobbiamo incastrare i nostri impegni, ma in futuro potrebbe cantare nuovamente con noi, almeno in un brano".

Pierfrancesco Pacoda

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