Il Cua ci riprova Gli attivisti occupano il palazzo storico di via Oberdan

Nuovo blitz nello stabile di proprietà di Università e privati

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di Nicoletta Tempera

Lo avevano promesso. E lo hanno fatto. Ieri mattina i ragazzi del Cua, chiavi alla mano, hanno occupato un palazzo storico di tre piani in via Oberdan, Casa Felicini Giovannini, di proprietà in parte dell’Università, in parte di un privato. "E non ce ne andiamo di qui finché l’università non si siede a un tavolo con noi per decidere di destinare questo spazio bellissimo, vuoto da anni, agli studenti che non riescono a trovare un alloggio dignitoso in questa città", hanno spiegato due dei giovani attivisti, Federico e Isabella. Ribadendo lo slogan "Vogliamo una vita bella e belle case". "Queste sono le chiavi dello stabile – hanno concluso gli studenti –. Noi siamo disposti a darla immediatamente all’Università se domani questo posto apre, altrimenti non andremo via di qui".

Il blitz è avvenuto nella prima mattina e i ragazzi, dopo aver affisso degli striscioni, hanno iniziato a pulire i locali dell’antico stabile, che si espande su 536 metri quadri, risalente al XV secolo, ricco di stucchi e affreschi. Un palazzo che nel 2019 era stato messo all’asta, il prezzo delle offerte partiva da un milione e 300mila euro e il bene era descritto nel bando come ‘libero da vincoli’. Tuttavia, l’asta era andata deserta e il palazzo era restato vuoto. Fino al blitz di ieri, che segue di pochi giorni la breve occupazione - due giorni e mezzo - dello studentato Beyoo di via Serlio. Gli attivisti di Cua erano usciti volontariamente venerdì dallo spazio: "Usciamo da Beyoo spostando la nostra occupazione altrove, non perché la situazione degli affitti si sia risolta o modificata, ma per portare su altri punti di questa città la lotta per l’abitare", avevano annunciato i ragazzi. E hanno mantenuto la promessa. Ieri mattina, in via Oberdan, la Digos ha monitorato la situazione e nella strada è arrivato anche il capogruppo in consiglio di Fratelli d’Italia Francesco Sassone: "È evidente che la situazione delle occupazioni a Bologna è diventata ormai una prassi – dice, assieme al consigliere Stefano Cavedagna – alla quale il sindaco Lepore e la sua Giunta non sanno o non vogliono opporsi. Proprio pochi giorni fa Lepore si vantava che a Bologna di occupazioni non ce n’erano. Come Fratelli d’Italia, nel ringraziare le forze dell’ordine, ribadiamo che questa situazione non può più essere tollerata e chiediamo che il palazzo venga immediatamente sgomberato".

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