Enrico Agnessi
Cronaca

Il dottor Costa al capezzale di Zanardi "Trauma importante"

L’amico medico: "A Berlino sembrava impossibile, vediamo se pure stavolta..." L’autodromo di Imola e l’istituto di Montecatone fanno il tifo per l’ex pilota

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Il dottor Costa, soprattutto. Ma anche l’Autodromo e l’istituto di riabilitazione di Montecatone. C’è un legame forte, storico e indissolubile, tra Alex Zanardi e Imola. E a fare il tifo per l’ex pilota diventato poi un fuoriclasse dello sport paralimpico, rimasto coinvolto ieri pomeriggio in un incidente stradale vicino Siena mentre con la sua handbike portava avanti una delle tappe della staffetta di ‘Obiettivo tricolore’, c’è oggi una città intera.

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Giusto martedì scorso, la manifestazione aveva fatto tappa in quel tempio dei motori che in tante occasioni lo aveva visto gareggiare, in passato, sulle monoposto della Formula 1 e su vari altri bolidi. Per una volta, però, il 53enne campione non c’era. "L’ho sentito il giorno prima – ricorda il direttore del circuito, Roberto Marazzi –. Gli ho fatto i complimenti per la bella iniziativa e gli ho detto che mi dispiaceva non fosse venuto anche lui. Lo conosco da quando aveva 20 anni e sono costernato per quanto accaduto. Speriamo ce la faccia, di sicuro nessuno più di lui ha la forza per superare anche questa".

Assieme a Marazzi, l’altro giorno in pista a salutare gli atleti della manifestazione di Zanardi c’era il dottorCosta. "Sto andando a Siena – raccontava al telefono ieri sera tra una galleria sotto l’Appenino e l’altra –. So che ha avuto questo trauma cranico importante… Adesso arriviamo, speriamo di trovare buone notizie. A Berlino sembrava impossibile, vediamo se anche stavolta...". Già, la Germania. Se c’è una persona che ha aiutato e sostenuto Zanardi nella rinascita dopo il pauroso schianto del Lausitzring, e poi nella seconda parte di un’incredibile carriera divorata a suon di record, è proprio Claudio Costa. Il medico del motomondiale, fondatore della Clinica mobile, ebbe infatti un ruolo fondamentale nel processo di riabilitazione dell’ex pilota all’inizio degli anni Duemila. Una storia che i due raccontarono qualche anno fa nel corso di una mattinata tra commozione risate, ovviamente in Autodromo.

E non deve sorprendere se l’esempio Zanardi, lottatore mai domo, viene seguito oggi dalle centinaia di pazienti che transitano ogni anno da Montecatone. Nel 2015 l’ex pilota fu testimonial della prima edizione della ‘Montecatone Paracycling’, gara preolimpica organizzata in vista di Rio 2016 dalla Onlus legata all’istituto di riabilitazione specializzato nella cura di persone con lesione midollare. Semplicemente un trionfo. "È un grande amico – rivendicano dalla Fondazione Montecatone in un messaggio su Facebook –. Ci ha insegnato che con la forza e la determinazione si può affrontare qualsiasi avversità".

 

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