Il mio viaggio andata e ritorno nella malattia

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Ogni dramma ha un inizio comico. Un formicolio al piede sinistro e sono andato a letto due volte con la pantofola. Ho deciso di cambiare pantofola e, invece, c’era da cambiare il piede o la testa. Poi ho scoperto di avere la testa più grande di Bologna, che non entra nella Risonanza magnetica dell’ospedale Sant’Orsola. Trasferito in Neurochirurgia al Bellaria, sono andato a fare un giro dall’altra parte. Accompagnato da medici fenomenali, capaci di fare i piedini alle mosche, come i più bravi saldatori di una volta. Sono andati attorno alla noce d’oro, il grumo semipensante della testa che porto in giro da 70 anni.

È stato un giretto di poche ore ma mi sento privilegiato perché ho fatto un’andata e ritorno, che posso raccontare. Non sto male. Mi curerò con serietà. Mi fa tenerezza la mano sinistra, che fa cadere tovaglioli e posate, ma tornerà a stappare bottiglie e ad allacciare le scarpe. Non mi vergogno delle fragilità. Prima dell’intervento, ho inviato messaggi strazianti a tante persone. Sono stato patetico ma la situazione era veramente difficile.

Sono agnostico e radicalissimo. Però, sono stato circondato dalle preghiere di centinaia di persone. Hanno pregato per me tutti i ciellini di Bologna. Gente che sa il fatto suo e che invoca, per il chirurgo, la mano ferma e ispirata. Anche Don Massimo ha attivato, a Villa Pallavicini, le preghiere per un laico sconosciuto Serafino. Così, la mia amica Annamaria ha scoperto che stava cercando di salvarmi la vita. Che storia! Poi, hanno cercato di dare una mano anche i ragazzi nigeriani dell’Aics, cercando in Africa le erbe per una medicina risolutiva, amarissima, imbevibile per noi occidentali. Dopo aver pregato tutta la domenica nella chiesa della Barca, mi hanno scritto: "Stai tranquillo. non morirai. Sei benedetto". Insomma, sono circondato dall’affetto sincero di tantissime persone: gli amici napoletani si sono incontrati e fotografati davanti al bar della nostra gioventù. Valentina Castaldini ha riattivato i consiglieri comunali del 2004, grande annata. Enzo Raisi dalla Spagna, Davidone Celli, Roberto Panzacchi, Paolo Foschini e Valerio Monteventi. Un gruppo eccezionale, legami inossidabili. Chi ha amici veri non muore mai. In questa bufera, ho scoperto di avere una famiglia di gladiatori, che credevo di proteggere e che invece sono e saranno la mia forza. Per Natale, non prevedo veglioni e regali convenzionali. Voglio solo condividere con tante belle persone libri che ho amato e oggetti presi nei mercatini. Pezzi unici, strani, spesso inutili ma bellissimi. Sono cose che cambieranno casa e che faranno felici donne e uomini a cui voglio bene. Ahhh, il mio chirurgo è un gigante di scienza e di umanità. Gli chiederò se, rovistando nel mio scatolone, ha trovato qualche buona idea. Buon Natale di cuore, dal meraviglioso ospedale Bellaria.

 

 

 

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