REDAZIONE BOLOGNA

Il questore: "Un Cpr in città? Sarebbe utile"

Il nuovo questore Antonio Sbordone ha annunciato un impegno su vari fronti: aumento del personale, velocizzazione delle pratiche, miglioramento dell'accoglienza e delle espulsioni. Incontro con l'amministrazione comunale per discutere dei tempi di attesa e possibile creazione di un Cpr in regione.

Il questore: "Un Cpr in città? Sarebbe utile"

Aumentare il personale negli uffici, velocizzare le pratiche, migliorare l’accoglienza. Il nuovo questore Antonio Sbordone, dopo la visita di ieri all’Ufficio immigrazione di via Bovi Campeggi diretto dal vicequestore Elena Jolanda Ceria (a sinistra nella foto, con il questore al centro), ha illustrato i punti fondamentali su cui la Questura si impegnerà nei prossimi mesi. "È il primo ufficio che ho inteso visitare perché ritengo sia in prima linea e sottoposto a una pressione particolare – dice il questore –. È evidente che le cose potrebbero migliorare e voglio dire che ci sforzeremo per raggiungere questo obiettivo". Un impegno su vari fronti: organici, accoglienza, velocità e numeri, mantenendo fede al principio per cui serietà, rigore e velocità non devono fare venir meno l’empatia. "Ho detto al personale di essere rigoroso, ma gentile: da questo connubio nasce il valore della polizia" riflette Sbordone.

Il questore ha posto l’accento sul tema espulsioni: "I migranti che arrivano in Italia e delinquono sono tanti. Questo è un dato che non ha colore né valutazioni politiche, ideologiche o altro. Quando riusciamo a individuarli e fermarli, se sono clandestini abbiamo il dovere di espellerli".

Sbordone ha annunciato che presto sarà fissato un incontro con l’amministrazione comunale (come richiesto dall’assessore al Welfare, Luca Rizzo Nervo) per discutere dei lunghi tempi di attesa per le pratiche di richieste d’asilo e permessi di soggiorno. Sulla possibile creazione di un Cpr (Centro di permanenza per i rimpatri) in regione, infine, Sbordone ha le idee chiare: "Credo sia utile perché gli accompagnamenti sono molto onerosi per le forze di polizia che, talvolta, per queste incombenze rischiano di perdere pattuglie o equipaggi per due giorni di fila. Averli più vicini faciliterebbe molto il nostro compito", chiarisce.

Chiara Caravelli