FEDERICA ORLANDI
Cronaca

Bologna, incidente Zanardi. "Forza Alex, amico mio. Ce la farai"

Fabrizio Bertocchi è cresciuto assieme al super campione, suo vicino di casa. "Le prime sgommate le faceva nel vialetto, lo avvertivo se c’erano i vigili"

L’ex pilota automobilistico e attuale campione paralimpico Alex Zanardi

L’ex pilota automobilistico e attuale campione paralimpico Alex Zanardi

Bologna, 22 giugno 2020 - "Alex, anzi Alessandro perché io l’ho sempre chiamato così, ce la farà anche questa volta. È stato lui a insegnare agli italiani che bisogna tenere duro e le sfide si vincono anche quando sembrano inaffrontabili: sarà così anche questa volta". Non ha dubbi Fabrizio Bertocchi, ’portavoce’ dei vecchi amici di Castel Maggiore cresciuti insieme ad Alex Zanardi, "quando eravamo cinnazzi e ci piacevano più i motori delle ragazzine". Zanardi è ora ricoverato al policlinico Santa Maria alle Scotte di Siena, dopo lo schianto contro a un camion durante una gara in handbike, venerdì. Le sue condizioni sono stabili, ma è sedato, intubato e ventilato meccanicamente; il quadro neurologico rimane grave e la prognosi riservata. Alex e Fabrizio abitavano vicini e anche se da tempo si sono persi di vista l’affetto è immutato. "Impossibile non volergli bene, a lui come alla sua mamma, una persona generosa e molto laboriosa", rivela Bertocchi, che ricorda con un sorriso le merende a base di "fette di pane con la Nutella" nel giardino condominiale di casa Zanardi. Leggi anche: Le lacrime della mamma: "Alex torna da me" Zanardi in coma, ma non smette di lottare - L'abbraccio degli atleti: "Alex è la nostra energia" - Zuppi prega per Zanardi: "Sei un esempio"

Già allora, poco meno che adolescenti, Alex mostrava il talento e la passione per i motori che avrebbe poi trasformato nel suo lavoro. "Le prime sgommate della sua vita, sul go kart, le faceva lungo la via in cui abitavamo. Io e gli altri nostri amici lo guardavamo uscire dal garage e poi sfrecciare fino alla fine della strada. Solo che nel condominio proprio davanti al suo abitava una coppia, marito e moglie entrambi vigili urbani: e tante sere, quando smontavano dal servizio, si imbattevano in Alessandro che faceva le sgommate", ride Fabrizio. E allora c’era il fuggi fuggi degli amici che correvano ad avvertirlo: stanno arrivando i vigili. "Non gli hanno mai fatto la multa...". Crescendo il gruppo di ’ cinnazzi ’ si è sciolto, e Alex a Castel Maggiore si vede meno. "Anche se tuttora andiamo dallo stesso barbiere, in paese", rivela Fabrizio. I due si sono rincontrati qualche tempo fa, quando il campione paralimpico era in paese per ricevere un premio alla festa dei donatori di sangue. "Mio figlio – racconta Fabrizio – si è avvicinato per chiedergli l’autografo e Alessandro gli ha chiesto come si chiamasse. Quando ha sentito il cognome, si è fatto indicare chi fosse suo padre, cioè io. Allora mi ha visto e si è messo a ridere: ’pensa te’, mi ha detto, ’tuo figlio chiede l’autografo a un tuo amico da tutta la vita?’ Ma per noi lui è un mito". Per stargli accanto in questo momento complicato, Fabrizio ha pensato di relizzare "uno striscione con scritto ’Forza Alex’ da mettere in paese. Sarebbe un bel modo per ricordargli che noi facciamo sempre il tifo per lui".

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