Igor, il killer di Budrio. Lo Stato ha pagato il 'debito' con l'hotel

Ammontava a oltre 30mila euro il costo del soggiorno dei Cacciatori di Calabria arrivati per catturare Norbert Feher

Hanna Skripak del rooms and breakfast ‘Cesare Magli & Figli’, a Molinella

Hanna Skripak del rooms and breakfast ‘Cesare Magli & Figli’, a Molinella

Bologna, 8 aprile 2018 - Prima o poi lo Stato l’avrebbe pagata. Hanna Skripak del rooms and breakfast ‘Cesare Magli & Figli’, a Molinella, non aveva dubbi sul fatto che il conto da 33mila euro sarebbe stato saldato. Il problema erano i tempi: il pagamento, infatti, rischiava di arrivare dopo il fallimento dell’attività. Ma, alla fine, l’altra mattina, quando la titolare della struttura è andata a controllare in banca, ha visto comparire nella colonnina delle entrate i 33mila euro più Iva, che le spettavano per aver ospitato da aprile a settembre 2017 i corpi speciali dei Cacciatori di Calabria, occupati nella caccia a Igor il ‘russo’. «Ringrazio il Carlino per aver dato voce alla mia protesta – sottolinea la donna –. La mia attività era davvero in difficoltà: questi soldi per me erano l’incasso di un anno di lavoro. Ho pochissime camere ed erano tutte occupate dai Cacciatori di Calabria. Ci tengo a precisare che questi ragazzi sono stati gentili con me e non hanno responsabilità per l’accaduto. Ora spero che vengano pagate anche le altre attività».

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Paolo Ghedini è il proprietario dei muri e, in attesa che la fattura venisse pagata, ha dato una mano alla Skripak: «Sono stato io a convencere Hanna a rilevare questa attività dopo che mia madre era morta. Lei, infatti, era la sua badante. Finalmente, aveva una cosa tutta sua e la stava gestendo bene, come ha sempre fatto in tutte le cose in cui si è impegnata».

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Ghedini ricorda quando arrivarono i Cacciatori di Calabria: «Quando ci è stato chiesto di ospitare i militari, non abbiamo battuto ciglio: Hanna li ha subito accolti. Ogni giorno serviva la colazione ai Cacciatori di Calabria, nonostante non fosse compresa, e si occupava di lavare le loro mimetiche. Insomma, i ragazzi era entrati a far parte della famiglia di Hanna. E ancora adesso si sentono perché è nata un’amicizia. Voglio sottolineare che i militari non hanno colpa: sono stati i primi a farsi sentire quando hanno saputo della fattura. Ora, però, non bisogna dimenticare le altre attività nella stessa situazione».

 

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