"La mortadella Bologna ha battuto anche la crisi"

Il presidente del Consorzio, Marconi, lancia la nuova campagna pubblicitaria "Miglioreremo la visibilità del prodotto e raggiungeremo Francia e Germania"

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"La mortadella? È il cioccolato dei salumi. Ciò che le persone comprano per viziarsi". Parla in questi termini Corradino Marconi, il presidente del Consorzio italiano per la tutela della mortadella Bologna, del prodotto simbolo della città, alla vigilia dello Switch Day che darà inizio a una massiccia campagna di promozione e pubblicità crossmediale che continuerà fino a fine ottobre. Un giorno cerchiato in rosso sul calendario quello di oggi, che si aprirà con il lancio di un nuovo logo, un nuovo sito web e una campagna televisiva, stampa e digitale per continuare a promuovere, sempre di più e in modo sempre più efficace, l’iconica mortadella. Un prodotto che non ha bisogno di presentazioni, certo, tanto da avere persino retto l’urto del Covid, con ottimi numeri anche nell’annus horribilis segnato dalla pandemia, in cui la mortadella Bologna ha registrato comunque "un +1,5% rispetto al 2019", come riporta Corradino Marconi.

Presidente, come ha fatto la mortadella ad ammortizzare gli effetti della crisi innescati dal virus?

"Partiamo dal presupposto che la mortadella Bologna è il secondo prodotto tutelato più venduto in Italia. Una posizione forte (dietro solo al prosciutto di Parma, ndr) che ha permesso nel 2020 di vendere 37,6 milioni di chili, con un incremento soddisfacente del +1,5%".

Un canale di vendita ha trainato gli altri in particolare?

"Diciamo che la flessione avuta nel banco al taglio della Gdo è stata attutita da un +18% delle vendite fra le botteghe al dettaglio e un +17% delle buste confezionate nei supermercati. Da qui l’incremento nonostante tutto".

Alla luce di ciò, perché avete scelto di migliorare ancora la visibilità del prodotto?

"C’era una necessità fortissima di aumentare la visibilità del termine ‘Bologna’ per inquadrare questo speciale salume. Per sottolineare da dove questo prodotto proviene. Dovevamo uscire da un bollo storico e per certi versi poco visibile per ampliare gli spazi anche generazionali di affezione alla mortadella".

Questo l’obiettivo. La strategia?

"La strategia è di puntare sulla città, sul legame della mortadella con essa e dei momenti di gioia, ritratti negli spot pubblicitari, in cui il salume gioca un ruolo fondamentale. Diciamo che abbiamo voluto dare un’impronta vicina all’anima del prodotto e di chi lo mangia. Anche all’estero, dove il concetto per cui la mortadella viene da Bologna deve diventare sempre più forte, scoraggiando ogni tipo di produzione che non rispetti le regole del Consorzio".

Parallelamente al miglioramento comunicativo corre anche quello del prodotto?

"Certamente. Nel 2018 abbiamo tolto il glutammato monopodico. Adesso abbiamo aggiunto un nuovo passaggio con l’aumento delle proteine, riduzione quasi a zero degli aromi e aver fissato a 2,8 il massimo livello di sale da utilizzare".

E per il 24 ottobre, giorno che dal 1961 segna il compleanno della mortadella, cosa avete in programma?

"Il Mortadella-Day sarà triplo. Inizierà a Milano in Darsena il 9 e 10 ottobre, per continuare a Roma, finendo a Bologna il 24".

E in futuro?

"Vogliamo ‘sprovincializzare’ la mortadella, raggiungere i mercati francesi e tedeschi, facendo passare il concetto che questo salume non è soltanto un prodotto popolare italiano".

Francesco Zuppiroli

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