Bologna, la pizzeria Tomi chiude dopo quarant’anni

Il titolare Domenico Campitelli: "Questo è solo un arrivederci perchè torneremo, in un nuovo posto tutto nostro, in primavera"

Il titolare di Tomi, Domenico Campitelli, davanti alla pizzeria in via Jussi

Il titolare di Tomi, Domenico Campitelli, davanti alla pizzeria in via Jussi

San Lazzaro (Bologna) - La notizia ha cominciato a circolare insistentemente qualche mese fa: "Tomi chiude", si sentiva dire, fra un misto di incredulità e meraviglia. Ora la conferma ufficiale arriva dallo stesso ‘Mister Tomi’, cioè Domenico Campitelli, ‘Mimmo’ per tutti.

"Sì, ‘Tomi’ chiuderà il 10 luglio. Ma riapriamo - si affretta a precisare - non tanto lontano, a Castel Maggiore. Torneremo a San Lazzaro in primavera, in un immobile tutto nostro". Quindi ‘Tomi’ chiude, ma riaprirà, questa è la notizia. Ci sono delle attività, in una città, che, dopo anni di felice convivenza, si radicano talmente nel territorio da dare l’impressione di non potersi separare mai, come le vecchie coppie affiatate.

La ‘Pizzeria ristorante bar Tomi’ aprì nel 1976. In città c’era ancora il famoso night club ‘Esedra’, luogo frequentato da tanti bolognesi e non solo. ‘Mimmo’ arrivò da Pagani, nel Salernitano. Aveva ventisette anni, esperienza di barista e tanta voglia di fare. Nel ‘77 si sposò con Giuseppina e nacquero Carmine e Marco. Il primo è diventato avvocato, il secondo ha lavorato con il padre fino a un paio di mesi fa e ora ha un’attività propria. Carmine è diventato papà di Domenico, dodici anni, già introdotto nell’ambiente, che dice di voler fare "il lavoro del nonno", ci confida ‘Mimmo’ con affettuoso orgoglio. Fin che ha potuto, anche Giuseppina ha lavorato nel ristorante, da qualche tempo la salute non glielo permette più, e così dicendo ‘Mimmo’ abbassa lo sguardo, l’argomento lo tocca nel profondo.

Certo, lasciare la sede storica di via Jussi 34 forse dispiace, anche perché grazie all’impegno di Mimmo e famiglia il locale ha ottenuto l’aspetto che ha oggi: ampie verande, grandi sale, un piano superiore.

Le squadre di atleti che si trovavano a giocare in città poi si fermavano qui, ottima cucina e ambiente accogliente. E con le classi di fine anno scolastico, le sale risuonavano di voci festose davanti alle squisite, giganti pizze. Perché la scelta di chiudere? "La pandemia è stato un momento difficile per tutti, per alcuni è stato un disastro – spiega –. Noi l’abbiamo trasformata in un’opportunità, ci siamo rimessi in gioco, abbiamo pensato che è ancora possibile fare qualcosa di buono, di nuovo, ma a condizioni differenti. C’è chi chiude, noi raddoppiamo. È un arrivederci a prestissimo".

Sulla ’chiusura’ di Tomi ha scritto un post Facebook anche l’ex deputato Enzo Raisi: "Quando ero piccolo babbo ci portava a mangiare fuori una volta all’anno. Quando mori avevo tredici anni e mia mamma incominciò a portarmi a mangiare fuori più spesso, mi portava a mangiare da Tomi dove facevano una pizza gigante e buonissima . In totale sono stato un cliente per quasi 50 anni. Perfino ora che da 10 anni vivo in Spagna ogni volta che scendevo dall’aereo e tornavo nella mia città di origine, la prima cosa che facevo era andare a mangiare la pizza da Tomi".

 

 

 

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