"Le carte desecretate non sono sulla Strage di Bologna"

Pellegrini e Raisi: "Ancora segreti i documenti sui palestinesi"

Strage di Bologna, un'immagine del 1980

Strage di Bologna, un'immagine del 1980

Bologna, 24 luglio 20222 - "Chi afferma che quelle 250 carte riguarderebbero la strage di Bologna e che di secretato ora non ci sarebbe più nulla, mente sapendo di mentire". Dopo le bordate di Paolo Bolognesi, presidente dell’Associazione delle vittime del 2 agosto, ecco la replica dell’ex deputato di An-Fli Enzo Raisi, da anni strenuo sostenitore dell’esistenza del Lodo Moro e della correlata pista palestinese per la strage alla stazione che proprio lui sfiorò di un soffio.

Ad accendere la miccia, venerdì, le parole di Bolognesi, spalleggiato dal deputato Pd, Andrea De Maria: "In quelle 250 carte – così i due – doveva esserci la verità completa sulla cosiddetta pista palestinese, ma non c’è niente che avvalori o provi che dietro alla bomba ci sia una ‘verità’ alternativa a quella della strage di matrice fascista riconosciuta da tutte le sentenze emesse finora".

Apriti cielo. "I documenti veri – chiosa Raisi –, quelli che hanno visto Gero Grassi del Pd e Carlo Giovanardi, riguardano il carteggio del colonnello Giovannone che l’ex premier Conte volle ’risecretare’ nonostante il Copasir avesse, all’unanimità, chiesto il contrario. Nel farlo Conte disse che l’Italia non era ancora pronta per conoscere la verità su Bologna e su Ustica".

A quei documenti, aggiunge l’avvocato Alessandro Pellegrini (difensore, con il collega Gabriele Bordoni, dell’ex Nar Gilberto Cavallini condannato in primo grado all’ergastolo per la strage) non più coperti dal segreto di Stato, "è stata applicata la formula più severa del segreto amministrativo (prorogata fino al 2029)".

Nonostante questo però "la magistratura ne può chiedere visione in qualsiasi momento, ma nè la Procura ordinaria nè la Procura generale hanno fatto in occasione degli ultimi due processi.

Lì dentro c'è la verità dell'estate 1980, a noi legali sempre negata, ma evidentemente a qualcuno non interessa. Mi chiedo: se non c’è nulla di pericoloso, perché non farcele vedere?". Nel carteggio ’segretissimo’ "ci sono gli allarmi che Giovannone, capocentro dei nostri servizi segreti che operò in Libano dal 1973 al 1982, faceva rimbalzare a Roma su voci acclarate di imminenti attività terroristiche contro l’Italia per questioni legate al Lodo Moro". Atti del 1980, riprende Raisi, "dai missili Strela alla strage alla stazione", mentre quelli "a cui fa riferimento Bolognesi, dal 1981 in avanti, riguardano Ustica e non Bologna". Nessuno "parla dell’86esima vittima o di Maria Fresu, bensì tira fuori queste 250 carte che non significano nulla. Una cosa gravissima", aggiunge. Critiche a Bolognesi arrivano anche dal deputato di FdI, Federico Mollicone ("Qualcuno a Bologna ha preso un colpo di calore"). Pronta la replica del dem De Maria: "Si continua a riproporre la pista palestinese, inaccettabile che esponenti delle istituzioni mettano in atto queste iniziative".

 

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