Le imprese dell’Appennino sono isolate

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Marco

Gualandi*

Le aziende dell’Appennino esprimono grandissima preoccupazione per i tempi annunciati di riapertura del ponte da Vinci. I tre anni di lavoro stimati dalla Regione sono un tempo interminabile. E non rassicura la risposta dell’Anas, poiché non dà certezze sui tempi. Con questa prospettiva, per l’imprenditoria della montagna sarà un problema enorme, che si aggiunge alle difficoltà causate dal Covid. Le imprese dell’Appennino si sentono isolate. Anni fa la Cna promosse un comitato che auspicava la realizzazione di una bretella fra la valle del Reno e quella del Setta, all’altezza di Vergato. Ci dissero: costa troppo, i tempi sono troppo lunghi; ma ci promisero una ristrutturazione sulla Porrettana. Niente è avvenuto. Non solo: con la frana di Pavana il traffico pesante non può andare in direzione Toscana, e ora con la chiusura del ponte si è ridotta drasticamente la viabilità verso Bologna. Cosa devono fare le aziende dell’Appennino? Sono isolate dal resto del mondo, pur essendo eccellenze conosciute nel mondo. Crediamo che innanzi tutto debba essere fatta chiarezza sui tempi di riapertura del ponte, da Regione, Anas e Città Metropolitana, evitando rimpalli di responsabilità. E vanno studiate insieme alle imprese e alle loro associazioni soluzioni per alleggerire i problemi di viabilità delle aziende, sia trovando percorsi alternativi che individuando sostegni economici per chi sta vivendo gravi difficoltà per questa situazione.

*Presidente Cna

Area Appennino Bolognese

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