Le studentesse scendono in piazza Falò di rabbia dopo gli abusi del prof

La manifestazione al Portico dei Servi dopo il patteggiamento a un anno e otto mesi dell’ex direttore "Trent’anni di latente omertà, ci vedevano uscire in lacrime ma nessuno ha fatto nulla". Nuove denunce

"Se domani non torno, brucia tutto. Se domani tocca a me, voglio essere l’ultima". Dalla piazza del Portico dei Servi, le tre studentesse abusate dal loro ex professore universitario che ha patteggiato la pena a un anno e otto mesi, gridano la loro rabbia in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Incuranti della pioggia, coperte da bandane e passamontagna rosa, hanno descritto l’inferno che hanno vissuto dentro le mura universitarie, "nell’indifferenza di professori e professoresse che sapevano e fingevano di non vedere, di avvocati, e sedicenti testate giornalistiche investigative".

"Trent’anni di latente omertà": la denuncia. "Docenti che vedevano studentesse uscire in lacrime da quell’ufficio e non hanno mai fatto niente". Cosa accadeva tra quelle quattro mura, lo hanno raccontato, di nuovo, le vittime. "Costrette a sedersi sopra di lui, con la porta chiusa a chiave". Ma anche manipolazioni psicologiche e abusi di potere: "Qua dentro funziona così", rispondeva il docente ed ex direttore di dipartimento, allontanato dall’Alma Mater lo scorso febbraio. Ed è proprio questa la frase scritta su uno dei cartelli a cui le giovani, davanti a una piccola folla riunitasi per il presidio, hanno dato fuoco.

Trovarsi unite dalla stessa terribile esperienza, ha dato loro la forza di unirsi e denunciare, tramite la consultoria studentesca autogestita Malaconsilia, che raccolse le loro denunce e portò la vicenda in un’aula di tribunale. "Vogliamo condannare un intero sistema che vuole coprire la violenza", hanno gridato ancora. "Bella f... fuoriclasse", "perché non hai parlato subito", altre delle frasi tossiche riferito dal loro molestatore e da persone esterne, riportate ieri nella protesta. "Se non staremo zitte, loro non avranno scampo".

"Noi – hanno scritto le tre giovani vittime, tutte poco più che ventenni, in una lunga lettera messa in rete nei giorni scorsi – abbiamo trovato sorellanza e lotta. Lui, una condanna penale. Insieme abbiamo denunciato le violenze di questo professore, affrontando un sistema universitario complice e omertoso che ha taciuto per anni e non ci ha protette". Racconta Micaela (nome di fantasia): "Si dichiarò disponibile a farmi da relatore per la tesi, si disse colpito dal mio impegno e dalla mia empatia, mi propose di nominarmi sua assistente e quando quel giorno mi molestò, diventò il mostro che mi porto ancora dietro nelle notti".

Intanto, dopo le prime denunce continuano ad arrivare all’avvocato Maria Virgilio altre segnalazioni di molestie subite dallo stesso professore (una decina), ma anche da altri, sempre all’interno dell’università.

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