di Luca Orsi
Stop a nuovi insediamenti logistici nell’area metropolitana. La tagliola è contenuta nell’accordo territoriale tra Città metropolitana e Regione che ha come obiettivi "contenere il consumo di suolo" e riservare una quota del 3% di espansione possibile fissato dalla Legge regionale "a manifattura e produzione di alta qualità". Si vuole dunque impedire che il boom della logistica fagociti tutto il suolo che è ancora consentito consumare.
L’accordo, illustrato ieri da Matteo Lepore (foto grande) nelle vesti di sindaco metropolitano, ha effetti immediati. "Parliamo di circa 60 ettari di prevista espansione logistica che tornano alla loro originaria funzione agricola", spiega Lepore.
A partire dal 12 luglio non sono più attivabili altri procedimenti per funzioni logistiche, rispetto a quelli già avviati entro quella data. Significa, per esempio, porre una pietra tombale sul discusso maxi polo logistico di Altedo, progetto per un hub da 73 ettari già bocciato dal consiglio comunale di Budrio.
Andrà avanti, invece, il progetto del nuovo polo logistico dell’ex Beghelli a Crespellano, di circa nove ettari, che dall’anno prossimo darà lavoro a circa trecento persone.
"La logistica – assicura Lepore – non è un nemico, ma un asset strategico, come dimostrano la scelta del Comune di Bologna di non uscire dal capitale di Interporto e il Patto per logistica etica". Ma con l’accordo siglato "vogliamo governare la domanda, scegliere quali investimenti prevedere".
I paletti fissati mirano a frenare "insediamenti di fondi immobiliari speculativi che allettano le amministrazioni con promesse di investimenti, molto spesso virtuali, perché Il fumo che in molti casi ci vogliono vendere non sono posti di lavoro", spiega Lepore. Si vuole "ridare alle istituzioni la possibilità di programmare, continuando ad attrarre investimenti, ma scegliendo quali".
Dal 2018, la quota di territorio consumata e consumabile per funzioni logistiche è elevata: circa 66 ettari all’anno di nuovo suolo agricolo sono stati già consumati, cioè quasi la metà di quello che il Piano territoriale metropolitano e la legge urbanistica regionale concedono per il consumo di suolo fino al 2050. Arriva una proposta ogni quattro mesi, con il rischio di esaurire il plafond.
"Vogliamo capire quale lavoro arriva sul nostro territorio – avverte Lepore –, vogliamo sapere che c’è un investimento industriale e qualificato. Non fermiamo la logistica, ma mettiamo paletti sul consumo di suolo e sulla sostenibilità sociale".
Insomma, assicura il sindaco, "non stiamo rinunciando ad altri posti di lavoro, ma ce li andiamo a prendere nell’industria". E nuovi insediamenti logistici saranno ammissibili solo se strettamente funzionali al processo di produzione di aziende appartenenti alla filiera produttiva metropolitana.
L’accordo, approvato dal consiglio metropolitano con voto quasi unanime ("essere radicali non vuol dire non essere trasversali", commenta Lepore), ribadisce anche il ruolo strategico dell’Interporto come la più importante piattaforma logistica intermodale ferro-gomma, prevedendo che i prossimi insediamenti siano localizzati nella piattaforma di Bentivoglio, che sarà oggetto di nuovi "investimenti strategici". Fra questi, il potenziamento del terminal ferroviario, la totale riorganizzazione dell’accesso sud fino al casello autostradale Bologna Interporto, la realizzazione di un nuovo accesso nord.
Questo accordo "è coerente con gli obiettivi della Legge urbanistica regionale – afferma Barbara Lori (foto sopra), assessore alla programmazione territoriale della giunta Bonaccini –. Ci si assume la responsabilità e l’impegno di orientare le scelte e il mercato a favore di una logistica di qualità e connessa alla manifattura".
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