L’ex terrorista Nar, Sordi: "Fioravanti legato a Gelli"

La testimonianza nel processo ai mandanti: "Giusva era in contatto con la P2". Poi su Andrea Bellini: "Cavallini nell’82 mi disse che bisognava ucciderlo"

L’ex capo dei Nar Giusva Fioravanti, già condannato all’ergastolo per la strage

L’ex capo dei Nar Giusva Fioravanti, già condannato all’ergastolo per la strage

di Nicola Bianchi

Giusva Fioravanti non era uno spontaneista armato perché "uno che uccide 85 innocenti non può esserlo". E con Licio Gelli, "si vide più volte, anche in Francia". E’ tornato a farsi sentire Walter Sordi, ex terrorista e dal suo arresto, nel 1982, collaboratore di giustizia, ex appartenente a Terza posizione e ai Nuclei armati rivoluzionari, "da settembre 1981 e per un anno" molto vicino a Gilberto Cavallini. È toccato ancora a lui comparire davanti all’Assise che sta processando i presunti mandanti della strage di Bologna – oltre a Gelli, Umberto Ortolani, Federico D’Amato e Mario Tedeschi, tutti deceduti – insieme a Paolo Bellini (concorso in strage), Piergiorgio Segatel (depistaggio) e Domenico Catracchia (falso).

Il ’patto’. Sord ha parlato ampiamente di rapporti tra estremismo nero e Stato: "Rapporti per forza con la polizia. C’era sicuramente un’area continua, oscura, tra un certo tipo di estremismo di destra, quello delle vecchie generazioni, e apparati dello Stato. Una cosa risaputa". L’esempio era dato, a suo dire, dal fondatore di Avanguardia nazionale, Stefano Delle Chiaie: "Da latitante tutti sapevamo dove fosse, ma ci chiedevamo perché non venisse catturato. Aveva protezioni".

Poi sotto con Giusva Fioravanti anche se la memoria, dice, oggi fa cilecca. Molte le contestazioni che gli arrivano, tutte respinte dal teste: "Se ho detto quelle cose all’epoca, ora le confermo. Ho avuto la fortuna di avere a che fare con inquirenti galantuomini, come il generale Mario Mori. Sapevo tante di quelle cose che non avevo bisogno di accreditarmi". Il 15 ottobre 1982 parlando di Giusva, disse: "Noti i rapporti tra Gelli e Fioravanti, attuati attraverso Fabio De Felice, già arrestato per la strage. L’uomo della P2. Dei legami mi parlarono in termini di certezza Nistri, Belsito e Cavallini. Che Fioravanti fosse in contatto con la P2 mi è stato riferito più volte da Cavallini".

Affermazioni, giudicate anche dal presidente della Corte Francesco Caruso, "importanti" e confermate oggi da Sordi il quale ha poi aggiunto: "Sono passati 40 anni, nel frattempo ho fatto altro, ho fatto un po’ di rimozione, quello che posso dire è che qualsiasi dettaglio l’ho riferito a mente fresca. Quello che ho detto era vero. Parlare è un mio dovere morale, nonostante sia gravoso. Fioravanti non era uno spontaneista armato, lo confermano gli atti giudiziari. Abbastanza scontato per uno che ha ucciso 85 innocenti".

I Bellini. Si fa il nome dell’imputato Paolo Bellini, "mai conosciuto", risponde il teste che svela di essere stato sentito "dalla Digos un mese fa", ma non su delega della Procura generale. Il 3 novembre 1982, Sordi ricordò che "Gigi (Cavallini, ndr) mi disse che bisognava ammazzare Bellini (con ogni probabilità Andrea, considerato il capo del Collettivo ’Casoretto’, ndr), responsabile a suo giudizio di aver partecipato all’aggressione di Sergio Ramelli. Ma il progetto di ucciderlo a Milano non era stato attuato perché mancava il tempo". "Se lo dichiarai – chiude Sordi – ora lo confermo".

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