Mafia nella casa di riposo, via al processo

Da martedì in aula la vicenda della struttura di Porretta acquisita dai crotonesi e svuotata per subentrare con una cooperativa di facciata

Mafia nella casa di riposo, via al processo

Mafia nella casa di riposo, via al processo

Prende il via martedì 18 aprile davanti al tribunale collegiale di Bologna il processo per una ventina di persone, accusate a vario titolo di estorsione aggravata dal metodo mafioso, bancarotta e altri reati fiscali e tributari nell’operazione ‘Ragnatela’ dei Carabinieri e della Guardia di finanza, che a fine ottobre 2021 aveva portato a due arresti, nei confronti di due crotonesi, Francesco Zuccalà e Fiore Molinterni e a un sequestro preventivo. Il gruppo era subentrato nella gestione della casa di riposo Sassocardo di Porretta Terme, per l’accusa svuotando della liquidità la vecchia società, in dissesto, portandola al fallimento nel 2016 e creando una nuova cooperativa, utilizzando per questo alcuni prestanome.

Inoltre, alcuni indagati avrebbero minacciato e intimidito i dipendenti della struttura, con "modalità tipicamente mafiose", per gli investigatori coordinati dal pm Roberto Ceroni, allo scopo di farli prima dimettere e poi riassumerli nella nuova realtà. La Città metropolitana di Bologna annuncia che si costituirà parte civile, rappresentata e difesa dall’avvocato Salvatore Tesoriero che si costituirà anche per il Comune di Alto Reno Terme e la Regione Emilia-Romagna. "Episodi di estrema gravità che colpiscono il nostro territorio, sia per la connotazione mafiosa delle condotte, che per un’inaccettabile aggressione ai diritti dei lavoratori – dice il sindaco metropolitano Matteo Lepore –. Diritti che siamo fortemente impegnati a difendere nelle tante iniziative per promuovere un lavoro giusto e dignitoso, come il Patto per la logistica etica e la presenza in tante vertenze nel territorio metropolitano, e che ci vedono insieme ad altre istituzioni, alle forze dell’ordine e alla società civile attivi per contrastare le infiltrazioni mafiose con ogni mezzo che l’ordinamento ci mette a disposizione. Anche per questo riteniamo doverosa la nostra costituzione di parte civile al processo".

La vicenda era stata raccontata da Libera Bologna attraverso l’inchiesta ’Ipossia Montana’, realizzata grazie al Premio Roberto Morrione. Proprio partendo dalla vicenda della casa di riposo Sassocardo e raccogliendo le segnalazioni dei cittadini, Libera Bologna aveva focalizzato l’attenzione su uno degli indagati dell’inchiesta “Ragnatela”, ora a giudizio per tentata estorsione pluriaggravata dal metodo mafioso, gestore di un’attività di ristorazione nel parco del Dopolavoro Ferroviario, in via Serlio a Bologna. Ne è nata una seconda videoinchiesta, presentata sempre a F.I.L.I l’inverno scorso, dedicata proprio al parco del Dlf, che oggi esce in una nuova versione, approfondita e ampliata, che sarà presentata a Bologna lunedì 17 aprile alle 18.30 al Centro sociale Montanari, in via di Saliceto 321: assieme agli autori, Andrea Giagnorio e Sofia Nardacchione, parteciperanno anche Federica Mazzoni, presidente del quartiere Navile, e Luisa Guidone, assessora alla legalità democratica del Comune di Bologna.

"Dopo diversi anni – dichiarano Andrea Giagnorio e Sofia Nardacchione di Libera Bologna – a Bologna si celebra un nuovo processo di mafia, e attraverso la vicenda che ha fatto scaturire l’inchiesta intravediamo una rete oscura che si muove e tenta di radicarsi. È da seguire con grande attenzione anche perché dalle carte della Procura emergerebbero le tipiche modalità di infiltrazione in Regione".

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