Strage di Bologna, Mancuso: "Sentenza giusta ma occorre scavare ancora"

Il pm del primo processo sulla strage del 2 Agosto dopo l’ergastolo a Bellini "Passo avanti molto importante, che potrà aprire nuovi filoni di indagine"

Libero Mancuso (foto d’archivio) fu il pm nel primo processo sulla strage

Libero Mancuso (foto d’archivio) fu il pm nel primo processo sulla strage

di Luca Orsi

È stato il pubblico ministero della prima inchiesta sulla strage del 2 agosto 1980. Quella che portò alle condanne di Francesca Mambro e Valerio Fioravanti, di Licio Gelli e di uomini dei servizi segreti per depistaggio.

Ora Libero Mancuso – tre giorni dopo la condanna all’ergastolo della ‘primula nera’ Paolo Bellini – non ha dubbi: "È stato fatto un passo avanti molto, molto importante. Ma sono convinto che occorra scavare ancora".

Dottor Mancuso, secondo lei la vicenda non è chiusa?

"C’è ancora la questione aperta su coloro che hanno finanziato il terrorismo nero. E credo siano necessarie ulteriori indagini".

Quali tasselli mancano?

"A mio parere bisogna scavare ancora. Per cercare ulteriori mandanti, ragioni, cause ed effetti di questa strage terribile. E fermarsi soltanto quando si sarà acclarato ogni minimo dettaglio".

Come ha accolto la sentenza dell’altro giorno?

"Ho seguito con grande interesse. E con altrettanto interesse ora attendo di leggere le motivazioni. Che, sono certo, saranno all’altezza della gravità del verdetto".

I difensori di Bellini hanno annunciato che faranno appello. Teme un possibile ribaltamento della sentenza di primo grado?

"Sono convinto che le motivazioni di questa sentenza saranno granitiche. Sarà motivata così solidamente che reggerà, non verrà scardinata".

Per Paolo Bolognesi, presidente dell’associazione dei famigliari delle vittime, resta ancora da scoprire il livello ‘politico’ dietro alla strage. Che ne pensa?

"Credo che questa sentenza potrà aprire nuovi filoni di indagine, che consentiranno di arrivare a verità che fino ad oggi sono restate coperte".

Enzo Raisi, già deputato di An, in un’intervista al Carlino ha contestato la sentenza, punto su punto.

"Mi pare che, da sempre, su questa vicenda Raisi intervenga a sproposito. Leggo che torna a parlare della commissione Mitrokhin. Beh, gli ricordo che ho fatto parte sia della Mitrokhin che della Commissione stragi. E che tutte le sue illazioni sono restate tali".

Raisi parla anche di uomini di Carlos a Bologna...

"Carlos, interpellato, disse che nulla sapeva della strage di Bologna. Che su questo non aveva assolutamente nulla da dire".

Nel processo ‘non si è arrivati alla verità’, sostiene l’ex deputato di An.

"Raisi sembra quasi volere negare che ci siano stati degli esecutori materiali della strage. Ma deve prendere atto che ci sono sentenze passate in giudicato, non chiacchiere. Sentenze con le quali sarebbe ora che Raisi imparasse a fare i conti".

Che cosa ricorda di quel primo processo da pm?

"Ricordo attacchi personali continui. Ripetuti tentativi di bloccare le indagini, pesanti intimidazioni nei confronti di chi indagava, dei magistrati che inquisivano".

Chi agiva in questo senso, esponenti della loggia P2?

"Non solo. Di certo la P2 fece di tutto per occultare la verità, per portare all’estero i responsabili. Questo è stato il leit motiv di tutta l’inchiesta. Si è fatto di tutto per insabbiare la verità. Ma la verità è troppo forte. E alla fine ha sopraffatto tutte le menzogne e ogni tentativo di depistaggio".

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