Mascherine Ffp3 coronavirus, UniBo crea il materiale super filtranti

Entro poche settimane entreranno in produzione nella Gvs di Zola grazie ai macchinari Marchesini

La macchina che produrrà ne nuove super-mascherine

La macchina che produrrà ne nuove super-mascherine

Bologna, 25 giugno 2020 – L'Università di Bologna ha creato il nuovo, super-filtrante materiale. Il Gruppo Marchesini ha realizzato a tempo di record la macchina che servirà per produrre su larga scala le mascherine. Una sinergia pubblico-privato che per i nostri territori non sono una novità, ma che – ancora una volta – fanno la differenza.

Leggi anche: Virus, la situazione mondiale - Focolaio nel magazzino di Bartolini - Il virologo: "Non sottovalutare il rischio" -  Il bollettino nelle Marche

Il nuovo materiale per mascherine ha “una capacità di protezione da virus e batteri superiore rispetto a quelle attualmente in uso”, assicura UniBo. Gli studiosi del gruppo multidisciplinare stanno ultimando la messa a punto della macchina, che nel giro di poche settimane potrà entrare in funzione.

“Il prototipo permette di produrre su scala industriale questa nuova tipologia di materiale filtrante, basato su nanofibre polimeriche ad elevata carica elettrostatica”, spiega Andrea Zucchelli, professore al Dipartimento di Ingegneria industriale dell’Alma Mater, tra i coordinatori del progetto.

Una volta in funzione, dal prototipo si potranno ottenere circa settemila mascherine al giorno. Le prime produzioni di tali materiali saranno utilizzate per realizzare un lotto prototipale di mascherine di tipo Ffp3 dall’azienda di Zola Predosa GVS, leader nella fornitura di soluzioni di filtrazione avanzate per applicazioni altamente critiche e tra i principali produttori mondiali di dispositivi di protezione individuale, che fin dall’inizio ha collaborato al progetto.

Tutto è cominciato poco dopo lo scoppio dell’emergenza coronavirus: vista la grande necessità di dispositivi di protezione adeguati, un gruppo di ricerca interdisciplinare dell’Università di Bologna si è messo al lavoro per realizzare un materiale filtrante che avesse un’elevata capacità protettiva rispetto a rischi di contaminazione da batteri e virus. A guidare il gruppo ci sono i professori Andrea Zucchelli del Dipartimento di Ingegneria industriale, Maria Letizia Focarete del Dipartimento di Chimica "Giacomo Ciamician" e Davide Fabiani del Dipartimento di Ingegneria dell'energia elettrica e dell'informazione "Guglielmo Marconi".

“Solo all’interno di un’Università può nascere un progetto simile, capace di mettere a sistema in modo rapido ed efficace ingegneria meccanica, studio dei polimeri ed ingegneria elettrica per mettere a punto una avanzata tecnologia di filatura elettrostatica”, dice Zucchelli. “Grazie a questa sinergia siamo riusciti a combinare la tecnologia dell’elettrofilatura, che permette di ottenere materiale con fibre nanometriche, con l’effetto corona, un fenomeno grazie al quale è possibile ottenere un’elevata carica elettrostatica nelle nanofibre”.

“Questo progetto è figlio della preziosa e consolidata collaborazione tra Marchesini Group di Pianoro e l’Università di Bologna, portata avanti in un momento di forte difficoltà per il sistema economico regionale e nazionale” aggiunge Maurizio Marchesini, presidente Marchesini Group.

Il materiale

Questo nuovo materiale offre grandi vantaggi se utilizzato per le mascherine protettive: permette di trattenere aerosol che contengono virus e batteri in modo molto più efficace rispetto ai materiali usati comunemente, ha un elevato potere filtrante del particolato, può essere applicato anche su tessuti che non sono normalmente utilizzati per realizzare mascherine.

“Abbiamo un forte interesse allo sviluppo e all’utilizzo di materiali innovativi che consentano di portare sul mercato dispositivi di protezione che alzino il livello di sicurezza e di comfort degli utilizzatori finali” commenta Massimo Scagliarini, Ceo di GVS.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro