MASSIMO SELLERI
Cronaca

L’omelia di Zuppi: “Natale per fare pace combattendo l’odio che la consuma”

Messa episcopale nella cattedrale di San Pietro, l’arcivescovo: “Il nostro è un mondo in guerra, che fabbrica armi e non le distrugge e così si riarma anziché disarmarsi. Distrugge la vita e le case rinunciando ad esercitare la via del dialogo e della giustizia”

Bologna, 25 dicembre 2023 – Convertirsi alla pace. Questo è la richiesta che arriva dal Cardinale Matteo Zuppi durante la messa episcopale che è stata celebrata nel pomeriggio del 25 dicembre nella cattedrale di San Pietro.

Messa episcopale nella cattedrale di San Pietro con il Cardinale Zuppi
Messa episcopale nella cattedrale di San Pietro con il Cardinale Zuppi

Natale è luce nella notte profondissima e drammatica di questo mondo – sono le parole dell’arcivescovo -. E’ vita vera, non consumo, esibizione o vitalismo. Le ombre della morte entrano anche nell’animo delle persone, le confondono, riempiono di paura e di rabbia fino a rendere il nostro prossimo estraneo o nemico. Il nostro è un mondo in guerra, che fabbrica armi e non le distrugge e così si riarma anziché disarmarsi. Distrugge la vita e le case rinunciando ad esercitare la via del dialogo e della giustizia. Ci sono davvero pochi messaggeri di pace perché il nostro mondo giudica come una sconfitta il dialogo e preferisce coltivare la forza distruttiva delle armi”. Durante l’omelia il porporato chiarisce che la pace non è una questione che riguarda i governanti, ma riguarda tutti noi nella difficile operazione di rompere i legami con l’odio e il risentimento. “Quanti cuori sono troppo armati e non danno tregua al prossimo e a volte l’odio verso qualcuno dura anni o decenni. Sono cuori capaci di vedere solo il negativo e sono interessati più a ciò che divide e spesso increduli a quello che può unire. Quante parole dette contro il prossimo, telematiche o urlate, che non restano senza frutto perché colpiscono e alimentando altro odio spengono la vita”. Il Dio dell’Incarnazione si fa uomo proprio per aprire una breccia in questa realtà che fatica a ricostruire un legame con l’amore verso se stessi e verso l’uomo. “In un mondo così in guerra anche quest’anno viene la luce e il verbo diventa carne. Non è una presenza in remoto o virtuale perché l’amore richiede i sensi e si umilia perché ha la necessità della vita vera per esprimersi. Questo Natale ci chiede di fare pace combattendo l’odio che la consuma. Facciamo pace per questo bambino che non è un bimbo qualsiasi ma è Dio. Facciamolo a Gaza, in Ucraina e in ogni luogo perché questo Natale non sia il Natale dell’io ma il vero Natale di Dio”.

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