CronacaMichael Jordan a Bologna, fan in delirio

Michael Jordan a Bologna, fan in delirio

La leggenda dell’Nba a passeggio per il centro, poi pranzo in via Montegrappa

Michael Jordan in centro a Bologna (Bonacorsi/La Giornata Tipo)

Michael Jordan in centro a Bologna (Bonacorsi/La Giornata Tipo)

Bologna, 30 giugno 2019 – Un marziano di passaggio a Bologna. Il marziano è Michael Jordan: chi non ha visto almeno una volta Space Jam? Chi non lo ha visto vincere e dominare, in tivù, con la maglia dei Chicago Bulls? Il marziano o ‘sua altezza’ – gli aggettivi si sprecano – ieri mattina era in città. E a Bologna, al ristorante da Nello, in via Montegrappa, ha pranzato, prima di proseguire il suo tour italiano verso Venezia, dopo aver visitato gli Uffizi di Firenze, giovedì.

Per dirla tutta, gli avvistamenti di Jordan all’ombra delle Due Torri, quasi si trattasse di un Ufo, erano già cominciati giovedì. Sui social, vista la vicinanza con Firenze (VIDEO), dov’era stato effettivamente immortalato, si era scatenata la caccia a Michael. Firenze ha musei, Bologna, però, è BasketCity e allora ecco l’idea di vedere MJ da queste parti ai Giardini Margherita, per fare due tiri al Playground, il campetto, per assistere magari a un torneo di basket.

Jordan a Bologna perché da queste parti, comunque, uno dei più grandi giocatori di sempre (il dibattito è aperto), ha due punti di riferimento, Adam Filippi, che ha lavorato per lui come global scouting dei Charlotte Hornets e Marco Belinelli, che ha giocato per una stagione nel club di cui MJ è proprietario. Qualche giovane, già nella notte tra giovedì e venerdì, si è sistemato davanti all’Hotel Majestic, in via Indipendenza, nella speranza di immortalare il numero 23. MJ, cappellino, bermuda e occhiali scuri, si è palesato in città ieri mattina. Un paio di bodyguard, due minivan scuri, con vetri rigorosamente oscurati, quasi fosse un agente segreto.

Sceso dalla vettura Michael ha passeggiato per le strade del centro. Poi, appunto, si è seduto a un tavolo del ristorante ‘da Nello’, sempre protetto dalle guardie del corpo, una all’esterno e una all’interno. Insalata di funghi, prosciutto e melone come antipasto. Poi, in omaggio alla cucina di casa nostra, tagliatelle al ragù. Conclusione del pranzo (che farà arricciare il naso ai puristi) con un cappuccino.

Prima dell’uscita dal ristorante l’abbraccio con Ezio Bolini, titolare del ristorante, che è stato un dirigente della Sg Fortitudo ed è un appassionato di pallacanestro. «Un’emozione così – dice Ezio – l’ho provata nel 1993, quando venne Gary Schull. Ma trovarsi faccia a faccia con Jordan non è da tutti i giorni». Michael in via Montegrappa, a pochi passi dal PalaDozza, dove presto prenderà forma il museo del basket. Avere una sua canotta sarebbe impagabile. Ricordando che proprio Jordan, un piccolo debito con Bologna, ce l’ha. Nei primi anni Novanta, una maglia autografata di Roberto Brunamonti, all’epoca capitano e icona della Virtus, prese la strada di Chicago per finire appesa alle pareti di un ristorante di proprietà di MJ. Ricambiare il favore alle Due Torri sarebbe un gesto campione, qual è Michael Jordan.

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