Mihajlovic covid, l'infettivologo. "Trapianto non recente, meno rischi"

"Deve comunque prestare la massima attenzione: le vacanze si possono fare, ma in condizioni sicure"

Mihajlovic a Casteldebole a maggio (foto Schicchi)

Mihajlovic a Casteldebole a maggio (foto Schicchi)

Bologna, 25 agosto 2020 - Dopo la notizia della positività al Covid-19, Sinisa Mihajlovic torna a fare parlare di sé e della sua salute. E questo fa sì che si accenda ancor più il dibattito sull’emergenza sanitaria e il rispetto delle regole anti contagio.

Leggi anche Moglie e figlia negative Dottor Attard,chi può considerarsi ’a rischio’ di contagio da Coronavirus? «Tutti quanti – risponde il dottor Luciano Attard, infettivologo al Policlinico Sant’Orsola di Bologna –, ma la vulnerabilità di ciascuno all’infezione è differente e può dipendere dalle patologie di base. Per la nostra esperienza, chi soffre di diabete, obesità, ipertensione arteriosa ha più probabilità di sviluppare conseguenze gravi, fino a quelle estreme, se contagiato». E chi ha subìto trapianti? «In questi casi abbiamo notato che le reazioni più severe si riscontrano in chi è stato trapiantato da pochissimo tempo, cioè da giorni o poche settimane. Se invece si parla di un intervento risalente a mesi prima, l’evoluzione della malattia non sarà necessariamente grave. Certo, bisognerà comunque sottoporsi a un’attenta osservazione medica, per sicurezza». 

Leggi anche Pregliasco: "Se resta asintomatico, non sarà ricoverato" Chi ha condizioni di salute ’a rischio’ deve prestare più attenzione degli altri? «Confido che chi ha problemi di salute stia particolarmente attento e si protegga: non c’è alcuna evidenza scientifica che ci dica che il virus oggi è meno aggressivo di quattro mesi fa. Chi è immunodepresso deve tutelarsi e, nell’emergenza sanitaria, non può condurre una vita del tutto normale. Questo non significa chiudersi in casa e rinunciare alle vacanze, ma è bene restare in condizioni di sicurezza. Chi è stato trapiantato, come detto, corre un alto rischio nell’immediato, mentre man mano che ci si allontana dall’intervento il rischio diventa più teorico: infatti non abbiamo avuto pazienti di questa tipologia in condizioni gravi».

Gli asintomatici rischiano che la malattia poi si aggravi? Sono contagiosi quanto chi ha sintomi? «Il soggetto asintomatico con tampone positivo potrebbe rimanere asintomatico o sviluppare dopo alcuni giorni i sintomi. In questa fase è bene prestare particolare attenzione perché, per quanto riguarda l’infettività, si è soprattutto contagiosi nei 3-4 giorni prima del manifestarsi dei sintomi e in quelli immediatamente successivi. È bene perciò isolarsi mentre si attende il risultato del tampone, oltre che nel periodo successivo in caso di positività». 

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