Regione Emilia Romagna, multe annullate all’auto blu

Verbali archiviati dal prefetto, Piccinini (M5s) all’attacco della giunta. La motivazione: esigenze di carattere istituzionale

Auto blu in una foto d'archivio Ansa

Auto blu in una foto d'archivio Ansa

Bologna, 28 marzo 2018 – L’auto blu del presidente della Regione o dell’assessore sfreccia sull’autostrada ben oltre i limiti, il velox registra tutto e la multa arriva prontamente, ma nella maggior parte dei casi basta una semplice formula per vedersela annullare: «Esigenze di carattere istituzionale». Il Prefetto di competenza, infatti, accoglie il ricorso e il verbale viene archiviato. Negli ultimi tre anni in Emilia-Romagna è successo 17 volte su 24 violazioni al Codice rilevate dalle forze dell’ordine alla vettura di proprietà della Regione, condotta sempre dall’autista di servizio (dipendente dell’ente) che era in dotazione fino all’anno scorso alla giunta di Stefano Bonaccini. Tre sono ancora in attesa di giudizio, quindi le multe effettivamente saldate alla fine sono state appena quattro. A importi più che raddoppiati, perché nel frattempo erano scaduti i termini per il pagamento.

«Parlano di sobrietà, in realtà non vogliono rinunciare ai privilegi di una certa politica», attacca la consigliera grillina Silvia Piccinini, che con una richiesta agli atti ha sollevato il caso: «Nessun cittadino si vedrà mai annullare una multa, spiegando che era in ritardo per un altro impegno o rischiava di perdere un treno o un aereo. A Bonaccini e alla sua giunta, invece, basta un ricorso con un’unica frase: motivi istituzionali». Accuse rispedite al mittente dal governatore, che solo due giorni fa aveva postato su Facebook un grafico con l’Emilia-Romagna in coda alla classifica delle Regioni per l’uso di auto blu. Ma anche una grana in più per Bonaccini, che dopo il pessimo risultato elettorale (per la prima volta il centrodestra è davanti nella regione rossa per eccellenza), in questi giorni si trova anche vittima del fuoco amico di parte del Pd che spinge per un rimpasto di giunta.

I casi seguono uno schema simile. Il 10 febbraio 2017, per esempio, Bonaccini viene pizzicato oltre i 160 a San Cesario sul Panaro, nel Modenese. Nel ricorso contro i 143 euro di multa, si sottolinea che «dopo un incontro con il ministro Pinotti che si era protratto oltre il tempo previsto, il presidente si stava spostando per motivi urgenti verso Modena, per presenziare a un inderogabile evento con altre autorità». Spiegazione accolta e multa cancellata, mentre alla sua vice Elisabetta Gualmini, sempre sull’auto condotta dall’autista, è andata meno bene. L’11 ottobre 2016 viene beccata oltre i 150 a Faenza e le semplici «esigenze di carattere istituzionale» non bastano al Prefetto che chiede più informazioni. La Regione fa sapere che la Gualmini «stava rientrando presso la sede regionale con urgenza, in quanto era in atto una manifestazione di piazza che vedeva la presenza di assembramenti di numerose persone davanti alla sede del nostro ente». Il ricorso è ancora pendente.

Bonaccini Se la cava anche il 14 settembre 2016, quando a Meldola, nel Forlivese, viaggia agli 84 nonostante il limite dei 70: nel ricorso si sottolinea che lo spostamento era urgente e «avveniva nel rispetto delle regole di prudenza e diligenza, essendo la velocità superiore al limite di soli 14 km». Sei giorni prima, Bonaccini correva a casa da Genova: «Si stava spostando con urgenza per poter predisporre in tempo utile alcune attività previste la mattina immediatamente successiva». Graziato anche in questo caso. La situazione più particolare coinvolge, però, l’assessore al Bilancio, Emma Petitti, che il 19 marzo 2016 sfora i limiti tre volte nel giro di mezz’ora, correndo sull’A14 da Forlì a Modena. Due multe sono state annullate, la terza no. La Regione assicura che i 353 euro (oltre 200 in più rispetto alla sanzione originaria) sono stati saldati dalla stessa Petitti, ma interpellata, non è stata in grado di chiarire dove fosse diretto l’assessore: «Indagheremo ancora per sapere con certezza chi ha pagato le multe e perché siano state fatte lievitare così tanto – promette la Piccinini -. Alcune scuse sono al limite della fantasia, mentre tutti i comuni mortali non hanno questa possibilità. Se non è un privilegio questo, ci spieghi Bonaccini cos’è».

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