REDAZIONE BOLOGNA

"No ai container ai Giardini, solo una ripicca"

L’attacco degli organizzatori di ’Belvedere Gardens Village’: "Stop della Soprintendenza dopo le polemiche, è una battaglia ideologica"

di Benedetta Cucci

"C’è una battaglia ideologica in atto verso un gruppo di persone che da anni lavora per rendere Bologna più accogliente e interessante in alcuni suoi luoghi bistrattati, e più internazionale e attrattiva grazie a idee e progetti dentro e fuori porta". Il "j’accuse" arriva dall’associazione Peacock Lab, attiva all’ombra delle Due Torri da dieci anni, per voce di Carlo Di Gaetano, e da Renato Lideo, che da 40 anni si occupa di ristorazione e organizzazione di eventi.

La goccia che ha fatto traboccare la pazienza di coloro che quest’anno gestiscono ’Belvedere Gardens Village’, nuova iniziativa ai Giardini Margherita con un programma di sport, musica, presentazione di libri e un’area Street food, sta negli ormai tanto discussi container del Guasto Village che fecero la loro apparizione nella Bologna Estate del 2017 e 2018 e che lo scorso giugno avrebbero dovuto essere la scenografia del nuovo progetto ai Giardini.

Così non è stato se non per qualche giorno, perché l’autorizzazione dalla Soprintendenza per i container non è mai arrivata.

Ma cosa è successo? Risponde Renato Lideo, consapevole di essere mira di invidia e ripicche: "E’ successa una cosa anomala all’inizio della vicenda – racconta –. Questa proposta, inedita e particolare, agganciata per la prima volta alla manifestazione Playground, ha avuto rilievo perché Carlo Terrosi di Macchine Celibi ha scritto più volte su Facebook che c’erano i container del Guasto ai Giardini senza le autorizzazioni, di cui eravamo in attesa. L’annuncio ha smosso polemiche non tanto sui container, ma su tristezze legate alla gestione di piazza Verdi, poi messe in mano della burocrazia". Continua: "Come ha sottolineato anche Simone Motola, presidente della società organizzatrice Asd Basket Giardini Margherita, siccome la burocrazia è lunga e le autorizzazioni rischiano di arrivare il giorno dell’apertura, ma c’erano già state due conferenze sull’iniziativa, si è deciso di iniziare ad allestire lo spazio per essere prontissimi in vista dei permessi. Poi però è scoppiato il caos".

Prosegue Di Gaetano: "La Soprintendenza non ci ha mai comunicato né un sì né un no, semplicemente ha detto di andare avanti con gazebo che noi abbiamo decorato con materiali di recupero. Quindi Belvedere Gardens Village è cominciato solo una settimana fa. Abbiamo perso il potenziale incasso di 20 giorni, sottratto 30 giorni di lavoro a realtà e maestranze dietro all’evento". Ora non rimane che rimboccarsi le maniche: "Chiediamo solo di lavorare in pace – è la chiosa degli organizzatori – anche se vedere che dentro ai Giardini ci sono iniziative dentro a container come i nostri, ma autorizzati, ci avvilisce".