No vax e follie legali: la trincea degli ospedali

Dal paziente intubato che chiede di non essere immunizzato, alla donna che telefona al suo avvocato: vince la cultura del sospetto

I pazienti dei reparti Covid sono sempre più numerosi

I pazienti dei reparti Covid sono sempre più numerosi

Bologna, 17 dicembre 2021 - Quella volta che un paziente, no vax, gravissimo, chiese di mettere per iscritto, nella cartella clinica, di non voler ricevere alcuna vaccinazione durante la sedazione. Infatti stava per essere intubato, ed era positivo: chi l’avrebbe mai voluto o potuto immunizzare?  Oppure quella donna che, giunta in ospedale nel reparto Covid, chiese di chiamare il suo legale per "decidere la terapia". Oppure il signore che si presentò in ospedale per l’ossigeno e tirò fuori dalla tasca un bigliettino stampato da una pagina Facebook, con il "suggerimento per il medico" e una richiesta autoritaria sulla prescrizione di medicinali. Storie che paiono inventate e invece avvengono nei nostri ospedali, al Sant’Orsola e al Maggiore. No vax e follie legali. Presunzioni. Cultura del sospetto. L’idea di saperne sempre più dell’altro.

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Uno non vale uno sempre. Peccato, ma è così. Da popolo di commissari tecnici, navigatori e anche un po’ cuochi, beh, ora siamo tutti un po’ infettivologi. Di sicuro molto scienziati. Terribile, ma vero. Invertiamo la rotta: il Carlino ieri vi ha raccontato della trincea quotidiana dei medici che devono gestire chi rifiuta le cure. E gli stessi no vax, che riempiono in maggioranza le terapie intensive, pesano sui bilanci delle nostre aziende sanitarie. Ergo? Le nostre tasche.

Così, non va. Se sommiamo poi a questo fenomeno quello dei medici irriducibili, beh, c’è da essere preoccupati. Diversa è la gestione dei colori, delle regole per l’ingresso, l’uscita e il rientro dall’Italia, la cangiante selva di norme su quarantene, ricerca dei positivi, didattica a distanza. Questa altalena di input e la scarsezza di output hanno portato sì alla sfiducia, e anche alla rabbia. Ed è legittimo esprimerle, arrabbiarsi, criticare il Governo. Ma non devono essere confuse con l’esitanza (e non esitazione, come ricorda la Crusca) vaccinale. O la renitenza. O la negazione della malattia. Sotto le Due Torri l’incidenza supera, secondo un report della Fondazione Gimbe, la soglia critica dei 250 casi ogni 100mila abitanti, arrivando a 268. Per l’area critica, ormai supera la soglia del 10% l’Emilia-Romagna (10,3%). La zona gialla, e lo sappiamo, dopo Natale potrebbe essere dietro l’angolo. Ma questo cambierebbe poco, visto che ormai le mascherine sono obbligatorie in molte città anche all’aperto.

Quello che davvero spaventa è la pandemia sociale. Il labirinto di regole acuisce la rabbia, in un contesto in cui le crisi aziendali e l’erosione dei redditi pesano. Le nuove misure rischiano di essere prese con rabbia. E i no vax esasperano la situazione: le scritte al nido Roselle di cui vi parliamo oggi sono vergognose. Si parla di Governo Nazista e, più volte, i No vax parlano di ‘resistenza’. Nei giorni scorsi abbiamo criticato ferocemente chi usava l’espressione in modo improprio. Ne abbiamo ricavato qualche pamphlet con corollario di minacce su Messenger. Beh, lo ripetiamo: chi insulta la scienza, chi mette a rischio gli altri, chi ignora e non studia, ecco, non è la resistenza.

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