PIERFRANCESCO PACODA
Cronaca

Note e rime: l’incontro tra Dalla e Roversi

Domani in Salaborsa il libro ’Nevica sulla mia mano’ che raccoglie documenti e carteggi tra i due. In collegamento anche Morandi e Curreri

Note e rime: l’incontro tra Dalla e Roversi

di Pierfrancesco Pacoda

Personalità lontane e geniali. La canzone pop che arriva a Sanremo e la scrittura poetica raffinata e politica. Dall’incontro tra Lucio Dalla e Roberto Roversi sono nate alcune tra le opere più rappresentative della grande canzone d’autore italiana. Un rapporto complesso, a tratti contraddittorio, lacerante, sempre creativo, che viene ricostruito nel libro curato da Antonio Bagnoli (che di Roversi era il nipote) ’Nevica sulla mia mano’ (Pendragon), che verrà presentato domani alle 18 in Salaborsa. Ne parleranno lo stesso Bagnoli, Arturo Bertusi, Tobia Righi, lo storico amico e primo manager del cantautore e Andrea Faccani, presidente della Fondazione Dalla. In collegamento video ci saranno Gaetano Curreri e Gianni Morandi.

Bagnoli, Nevica sulla mia mano’ racconta una relazione umana e artistica che ha generato capolavori.

"Il libro raccoglie documenti preziosi, molti conservati nel nostro archivio, alcuni inediti, testimonianze interviste, interventi che mettono in scena un avvenimento unico nella musica italiana. Nella prima parte ci sono dei testi nei quali i due si raccontano, prima di incontrarsi. Roversi con una sua autopresentazione scritta per Elio Vittorini, Dalla con le parole usate da Luigi Manconi in un libro sul cantante. E poi c’è tutta l’avventura sfociata nella celebre trilogia. Da un lato un artista che, passato da Sanremo, che gli aveva dato enorme visibilità, è in crisi, vuole uscire da un mercato che chiede solo canzonette, dall’altro un intellettuale rigoroso, affascinato dalla possibilità di parlare a un pubblico molto più ampio di quello della poesia".

Come avvenne l’incontro?

"A favorirlo fu Renzo Cremonini, allora produttore di Lucio Dalla. Sapeva che il cantante era alla ricerca di un cambiamento. Cremonini, una personalità dai moltissimi interessi, lavorava allora come aiuto regista per Michelangelo Antonioni, che aveva collaborato con Roversi. Così mise in contatto i due. Dalla inizialmente era scettico, poi, racconta, lesse una frase che lo colpì e lo convinse a iniziare la collaborazione. Quella frase era ‘Nevica sulla mia mano’, che abbiamo scelto come titolo del libro".

Un rapporto che finì in maniera burrascosa.

"Dalla e Roversi avevano lavorato insieme a un spettacolo, ‘Il futuro dell’automobile e altre storie’, che sarebbe dovuto diventare il nuovo disco del cantante. Ma la Rca, la casa discografica di Dalla, ascoltate le canzoni, chiese che almeno cinque brani venissero censurati. Erano troppo politicamente schierati, dicevano, si parlava di scioperi e di bandiere rosse in un periodo turbolento".

E su questa richiesta la collaborazione si interruppe.

"Certo, Roversi non poteva accettare un intervento cosi deciso, era un rigoroso intellettuale; Dalla voleva invece che l’album fosse pubblicato anche con le modifiche richieste. Quello era il suo lavoro e voleva continuare a farlo. Così fu, ma l’incanto si spezzò. Il disco uscì nel 1976 con il titolo ’Automobili’ e Roversi chiese che non ci fosse il suo nome. Si firmò Norisso, che era stato un poeta dell’Arcadia del ‘700. Solo molto tempo dopo i due si riconciliarono".