Occupazione a sorpresa al liceo Sabin

Occupazione a sorpresa al liceo Sabin per protesta contro varie questioni, inclusi problemi legati alla formazione e alla partecipazione degli studenti. La preside è stata informata dell'interruzione delle lezioni fino a sabato.

Occupazione a sorpresa del liceo Sabin. Nessuna voce di corridoio, nessuna richiesta di autogestione, nessun malessere ha anticipato lo stop alle lezioni nel liceo di via Matteotti. Stop che gli occupanti hanno annunciato, alla preside Rossella Fabbri, dovrebbe durare fino a sabato compreso. Subito online è scattata la solita sarabanda di solidarietà dei collettivi: da Osa al Cope (Copernico). Peraltro tutti reduci dalla protesta in piazza Maggiore a fianco del Comitato Besta che si oppone alla costruzione della nuova media nel parco Don Bosco.

Sul sito del Sabin, si legge: "I rappresentanti degli studenti hanno dichiarato la scuola occupata. Si avvisano le famiglie che tutte le attività didattiche sono forzatamente sospese e al momento non è possibile garantire le normali regole di sicurezza per gli studenti". Sono stati avvisati, infine, "studenti e famiglie che eventuali danneggiamenti o furti saranno addebitati ai responsabili, qualora sia possibile individuarli, altrimenti ai firmatari della lista dei presenti". E che le assenze dei prossimi giorni dovranno essere giustificate.

Niente lezioni, ma via libera degli studenti ai test di certificazione della lingua inglese e alle attività pomeridiane. Infine la piattaforma, ancora in fieri dove c’è scritto: "L’occupazione – si legge nella bozza della piattaforma – in sé non è il mezzo piu` convenzionale, ma lo abbiamo ritenuto necessario per catalizzare l’attenzione sui nostri bisogni e sollecitazioni". Quanto ai motivi, la guerra in Ucraina e in Palestina, la situazione dei docenti sottopagati e precari, con l’aggiunta di poche conoscenze pedagogiche, l’inutilità dell’attuale ora di educazione civica e la necessità di un maggiore sostegno psicologico.

Nello specifico, critiche al Pcto (ex alternanza scuola lavoro) in cui gli studenti sono poco coinvolti nella scelta del percorso e nella ‘progettazione’ del polo dinamico. Ovvero la nuova succursale da 20 aule più laboratori in via Ermete Zacconi che, a loro dire, non garantirebbe lo stesso apprendimento dei ragazzi che la studieranno e la mancanza di partecipazione alle attività e ai laboratori in sede.

Federica Gieri Samoggia

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