Omicidio Natalia Chinni a Bologna, i punti oscuri del delitto: ora, arma e movente

Gaggio Montano, l’indagato resta a piede libero e nega ogni coinvolgimento. I carabinieri scavano nei rapporti di vicinato e nelle liti per confini e terreni

La casa a Santa Maria Villiana dove è stato ritrovato il cadavere di Natalia Chinni

La casa a Santa Maria Villiana dove è stato ritrovato il cadavere di Natalia Chinni

Gaggio Montano (Bologna), 1 novembre 2021 - Resta ancora nell’ombra l’identità di chi tra venerdì e sabato notte ha ucciso con un fucile, sembra caricato a pallini, Natalia Chinni, l’insegnante di inglese in pensione di 72 anni trovata morta dal figlio nella seconda casa di Santa Maria Villiana, a Gaggio Montano. Lì in una frazioncina dell’Appennino che conta nemmeno un centinaio di abitanti, dove fra tornanti e nebbie di fine ottobre la donna ha perso la vita. Ma chi è stato a uccidere Natalia? Il giallo non è ancora risolto e il mistero sull’assassino rimane, con un elemento chiave che manca all’appello degli inquirenti: l’arma del delitto. Con l’obiettivo si sbrogliare nel più breve tempo possibile il rebus dietro la morte della 72enne, procedono a tappeto sulle colline di Gaggio le indagini della sezione investigazioni scientifiche dei carabinieri, coordinati dal pm Antonello Gustapane e dal Procuratore Giuseppe Amato, con continue acquisizioni di informazioni ed elementi utili a chiarire il contesto in cui Natalia Chinni è stata uccisa.

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Il sospettato. L’inchiesta aperta dal pm Gustapane per il reato di omicidio aggravato dai futili motivi ha già un iscritto, un atto dovuto per garantire la tutela legale dell’uomo (che è difeso dall’avvocato Franco Oliva): un vicino di casa della Chinni a Gaggio Montano. Nei suoi confronti i carabinieri hanno già effettuato una perquisizione dell’abitazione, dopo averlo ascoltato per ore in caserma e averlo sottoposto allo stub, l’esame tecnico per verificare se effettivamente sia stato lui o meno a sparare i colpi che hanno causato la morte dell’insegnante 72enne. L’indagato sarà quindi probabilmente ascoltato di nuovo nelle prossime ore.  

Le indagini. Gli inquirenti si stanno ora concentrando sull’approfondimento dei rapporti di vicinato emersi indagando sulla vittima, sulle sue frequentazioni e sulle persone con cui in passato aveva litigato. Da questa ipotesi deriva infatti l’aggravante dei futili motivi, inserita nel fasciolo della Procura a seguito dell’accertamento di situazioni legate a problemi fra compaesani, questioni di confini e di terreni. Liti che avevano, negli anni, guastato alcuni rapporti, secondo quanto appreso dai carabinieri. Anche per questo, i militari stanno lavorando per ricostruire nel dettaglio le ultime ore di vita di Natalia Chinni, al pari della giornata della persona iscritta al registro degli indagati.  

Pochi elementi. In attesa dell’esito dello stub (Il pm Antonello Gustapane affiderà mercoledì gli incarichi anche per l'autopsia) o di nuovi risvolti però, non ci sarebbero ad ora indizi di colpevolezza tali da indurre una misura cautelare nei confronti dell’indagato per omicidio, che resta quindi a piede libero. L’arma del delitto infatti, quello che secondo le ipotesi è un fucile da caccia caricato a pallini, non è ancora stata ritrovata dagli inquirenti e l’indagato non ha ammesso il proprio coinvolgimento.

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