Bologna, in ospedale a lezione di autodifesa

Al Sant’Orsola i sanitari imparano il “Krav Maga” al corso organizzato da un radiologo

Medici, tecnici e infermieri a lezione per imparare ad affrontare le aggressioni

Medici, tecnici e infermieri a lezione per imparare ad affrontare le aggressioni

Bologna, 8 luglio 2018 - «Qua non si fa danza classica, ci si allena per imparare ad avere autocontrollo e lucidità». Quello organizzato al Policlinico Sant’Orsola dal radiologo Gianluigi Pinelli è un corso con pochissimi precedenti: un ciclo di incontri basato sulle tecniche del ‘Krav maga’, disciplina di autodifesa israeliana. Gratuito, autogestito, nasce da un’idea dello stesso Pinelli, da anni nel giro delle associazioni che praticano questa disciplina, per rispondere alle esigenze del personale sanitario: sapersi difendere in situazioni critiche, che possono verificarsi soprattutto di notte in Pronto soccorso o tra i padiglioni dell’ospedale.

«È un percorso dalla duplice valenza, personale e professionale – spiega Pinelli –: da un lato aiuta gli allievi (medici, infermieri, tecnici, ndr) a sviluppare meccanismi da adottare in situazioni d’emergenza, come un’aggressione, e a non andare nel panico perdendo il controllo; dall’altro risponde alle richieste di intensificare questo tipo di corsi nelle strutture ospedaliere, con un maggiore peso a livello di crediti formativi». Il corso, avviato a marzo, si è sviluppato su 24 ore, per un totale di 24 crediti. «La vera difficoltà è stata trovare la sede dove allenarsi – scherza Pinelli –. Poi, trovata la palestra nel sotterraneo del reparto di Ginecologia, il più era fatto».

Da come mantenere il sangue freddo a come capire le intenzioni di un aggressore già dal linguaggio del corpo, fino a come reagire di fronte a un coltello. «Durante le lezioni, dinamiche e coinvolgenti – sottolinea il radiologo –, l’obiettivo è simulare lo stress fisico per spingere gli allievi a confrontarsi con situazioni di panico. Il Krav maga è una disciplina che nasce per risolvere le situazioni e non per offendere, ma spesso di fronte a un pericolo l’unica arma è reagire per impedire il peggio. Le lezioni sono state piuttosto basilari e gli argomenti trattati diversi: più che scegliere un approccio alla disciplina conciso e intenso, abbiamo preferito spaziare, per dare nozioni in diversi aspetti».

«C’è stata anche una scrematura durante il corso – aggiunge Pinelli –, alcuni non hanno retto il peso dell’attività fisica. È un percorso intenso e alcuni hanno anche avuto difficoltà a organizzarsi. Chi ha avuto la volontà di arrivare in fondo, però, ce l’ha fatta». Al termine del percorso l’esame finale, che si è svolto lunedì scorso, con una scheda di valutazione articolata in quattro parametri: uno teorico, uno di approccio alle situazioni e due tecniche da mettere in pratica. «Non rilasciamo un diploma ufficiale – conclude l’istruttore –, ma un attestato di partecipazione al corso: l’importante è che chi l’ha frequentato esca da qui con degli strumenti in più».

 

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