
Anna Maria Petrini, direttrice generale dell’azienda Usl di Bologna mentre parla ai media
L’Ospedale Maggiore avrà un nuovo Polo Maternità: 35 posti letto di Ostetricia, 14 di Pediatria, 13 di Neonatologia e 4 di Terapia Intensiva Neonatale (estensibili fino a 10 in caso di necessità), oltre a 7 sale parto e 2 sale operatorie. Il tutto su oltre 16.000 metri quadrati all’interno di un edificio di nuova costruzione, il primo a zero consumo energetico dell’Azienda Usl di Bologna e dotato di alta sicurezza antisismica grazie a isolatori tellurici posti alla base della struttura. Si tratta di un progetto strategico, la cui conclusione è prevista nel 2031, che prevede un investimento complessivo di 64,5 milioni di euro: 50 milioni dal Ministero della Salute, 2,5 milioni dalla Regione e 12 milioni di fondi propri dell’Azienda Usl di Bologna. "Un progetto che ci consente di realizzare un polo materno-pediatrico integrato e di riorganizzare i percorsi di emergenza e degenza in modo più efficiente" afferma Anna Maria Petrini, direttrice dell’Ausl di Bologna.
Uno degli aspetti di questo intervento, infatti, è che i reparti di Ostetricia, Neonatologia e Pediatria saranno collocati in un unico edificio, insieme al Pronto Soccorso Ostetrico Ginecologico e a quello Pediatrico, con percorsi integrati con quello generale. Inoltre saranno previste due sale con vasca per il parto in acqua, percorsi riservati per l’accoglienza delle donne vittime di violenza, e, sul tetto, ci sarà anche un’area verde a disposizione di pazienti e professionisti. L’edificio sorgerà tra la Maternità e Anatomia Patologica, situati su via dell’Ospedale (nel ‘retro’ del Maggiore, nel lato Prati di Caprara), nella struttura dove oggi si trova la camera calda. Un progetto che – sottolinea il presidente della Regione, Michele De Pascale – "difende con determinazione una sanità pubblica, equa e universalistica". L’investimento sembra essere volto sempre di più alla centralizzazione della maternità nel Capoluogo: sul tema delle chiusure dei punti nascita in montagna infatti, De Pascale aggiunge: "I punti nascita con cento parti e col 50% di cesareo (e quindi spesso la realizzazione di cesarei non necessari n.d.r.) non sono utili a garantire la salute pubblica e i diritti di chi vive in montagna. È il contrario. È creare cittadini di serie A e cittadini serie B". Questo progetto di rafforzamento del polo Maternità si pone in continuità con i numeri da record in Regione del Percorso Nascita dell’Azienda Usl di Bologna, un modello di assistenza alla gravidanza sempre più solido e strutturato.
Alice Pavarotti