Passi carrai, è caos cartelle in provincia di Bologna

Avvisi dalla Città metropolitana e richieste di arretrati. In un condominio lettere a tutte le famiglie con importi diversi per un unico accesso

Il consigliere regionale Marco Mastacchi di Rete Civica

Il consigliere regionale Marco Mastacchi di Rete Civica

Bologna, 18 maggio 2021 - Raffica di arretrati e cartelle esattoriali per il Canone occupazione spazi ed aree pubbliche (Cosap), la più contestata tra le imposte dell’ex Provincia, in buona parte riferita alla tassa sui passi carrai. Da aprile a centinaia di famiglie del bolognese sono arrivate richieste di pagamento, anche arretrate, che riguardano a vario titolo l’occupazione di suolo pubblico. "Sono arrivate a sconvolgere l’economia traballante di famiglie in zone già disagiate, come quelle della montagna, a chiedere tasse per l’occupazione di suolo pubblico che sono accessi pedonali o funzionali alle attività produttive e indispensabili per poter compiere il lavoro, quando lo stesso non sia stato ridotto o fermato totalmente dall’emergenza pandemica. E non solo si richiedono i canoni correnti, ma anche gli arretrati e tutti in una volta", sbotta il consigliere regionale Marco Mastacchi (Rete Civica) che già nella veste di sindaco aveva condotto una battaglia per rendere trasparente un’imposta che affluisce nelle casse di Palazzo Malvezzi, col quale però è quasi impossibile avere un confronto tecnico, come spiega Gabriella Cavaliere, referente di Confabitare-Monzuno: "Faccio solo l’esempio di un condominio con cinque famiglie che dalla Città Metropolitana per un solo passo carraio hanno ricevuto cinque bollettini, uno diverso dall’altro, con importi che vanno da 120 a 70 e a 40 euro. Una cosa inspiegabile. Ebbene ho fatto decine di chiamate all’ufficio che dovrebbe essere titolare della gestione di questa imposta senza riuscire a parlare mai con nessuno. E di questi casi ce ne sono tanti...", commenta la Cavaliere, che precisa anche come il presupposto dell’imposta sui passi carrai si basi sulla interruzione di un manufatto pubblico, come un marciapiede, l’esistenza di una domanda formulata dal cittadino o dalla ditta, e l’impegno dell’Ente a fare rispettare il conseguente divieto di sosta sul passo carraio o sul parcheggio privato. Alla richiesta del ’Carlino’ di ottenere informazioni sulla tipologia, sul numero di cartelle inviate e sulla previsione di entrata, la Città metropolitana ha spiegato di non essere attualmente nelle condizioni di dare risposte in quanto il funzionario che se ne occupa sta per andare in pensione. "Va osservato che l’efficienza del servizio non è commisurata alla inflessibilità e al rigore con i quali vengono richieste le tasse. I cittadini titolari di queste richieste di pagamento non sono stati passivi. Negli anni scorsi, consapevoli di essere titolari di accessi di vario tipo, hanno sempre cercato di informarsi per sapere quanto e come dovevano pagare – aggiunge Mastacchi –, ma nessuno è stato in grado di rispondere loro. E nessuno li ha avvisati che la botta sarebbe arrivata tutta in una volta e nemmeno delle dimensioni economiche delle richieste", conclude il consigliere. Il quale avanza il sospetto che tanta premura derivi dal fatto che ad inizio aprile dodici strade provinciale sono state passate in gestione ad Anas, con i 177 chilometri di carreggiate e la relativa dote di imposte.

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