"Per una Chiesa che si apre al mondo, don Matteo è la persona più adatta"

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"Per una Chiesa che si apre al mondo, ai non credenti, come la interpreta Papa Francesco, don Matteo è la persona più adatta", dice Stefano Zamagni sulla nomina di Zuppi alla guida della Cei.

Crede che il legame con Bologna rimarrà?

"Come successo con il cardinale Poma, arriverà un vescovo ausiliare. Ma non farà mancare la sua presenza come qualcuno teme... Le decisioni più importanti le prenderà lui".

Ha vinto il ’modello Bologna’?

"Il riconoscimento alla Cei, è conseguenza dell’altro atto del Papa che scelse Zuppi come arcivescovo di Bologna. La nostra città è un modello dove la partecipazione dal basso ha origini storiche: qui non c’è mai stato un Granducato, con un ordine sociale verticale...".

Zuppi è romano, ma è bolognese dentro?

"Sì. Fa le cose, ma non mena vanto".

L’impegno sui poveri è stata la sua cifra...

"Sì. Ma Zuppi non aiuta i poveri portando loro la minestra calda. La sua idea è trasformare economia, scuola, welfare per diminuire le diseguaglianze. Pensiamo a come usa la Faac o al progetto ’Insieme per il lavoro’. San Francesco diceva: ’Io voglio che tutti lavorino, perché se tutti lavorano, tutti mangiano’. Zuppi la pensa così".

Rosalba Carbutti

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