Piazza Scaravilli Bologna, a rischio gli eventi estivi

Il comitato piazza Verdi e le associazioni avevano organizzato 10 serate culturali, ma l’Ateneo ora nega gli spazi: "Bisogna eseguire lavori"

Otello Ciavatti, del comitato piazza Verdi e a destra il prorettore Mirko Degli Esposti

Otello Ciavatti, del comitato piazza Verdi e a destra il prorettore Mirko Degli Esposti

Bologna, 3 giugno 2021 - Riempire i luoghi di degrado con la cultura. È l’imperativo che viene ripetuto, quasi come un mantra, quando si cercano strategie per uscire dall’impasse della movida sregolata, dello spaccio a tutte le ore, dei tappeti di bottiglie e della pipì contro muri e cassonetti. La ricetta che da anni si propone per la zona universitaria. Ed effettivamente, negli scorsi anni, prima della pandemia, in Largo Respighi e via del Guasto aveva funzionato. Così, anche quest’anno, il Comitato piazza Verdi si è attivato. Un cartellone di dieci serate, tra letture, musica e teatro, studiato da quattro associazioni con la collaborazione del Quartiere Santo Stefano, che si sarebbe dovuto tenere nella ‘chiacchieratissima’ piazza Scaravilli. Si sarebbe perché, dopo un primo parere che sembrava positivo, l’Università, due giorni fa, ha negato la piazza. Il motivo, l’avvio di una serie di lavori improcrastinabili nella piazza.

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Otello Ciavatti, del comitato piazza Verdi e a destra il prorettore Mirko Degli Esposti
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"Siamo sconfortati – commenta Otello Ciavatti, del Comitato Piazza Verdi –. Sembrava che tutto fosse ormai fatto, dall’Università ci avevano anche chiesto di inviare il programma delle serate, di compilare un modulo per richiedere l’autorizzazione all’utilizzo dello spazio. E poi questa doccia fredda, che rischia adesso di fare saltare l’intero cartellone, perché comunque trovare adesso una location alternativa non è semplice. Siamo in grossa difficoltà". In lizza, ci sarebbero il portico dei Bibiena e Largo Respighi: "Ma nel primo caso non possiamo sovrapporci alle serate del Teatro Comunale, nel secondo bisogna trovare un accordo con i ristoratori, che hanno i tavolini nello spazio", dice ancora Ciavatti. Rammaricato per il rischio di buttare via "una bella occasione di socialità in zona universitaria, di riempire questi spazi di cultura, invece che del solito caos", dice. Chiedendosi il perché del dietrofront, all’ultimo momento, dell’Ateneo.

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Una domanda a cui ha risposto il prorettore Mirko Degli Esposti, fugando ogni dubbio sulla buona fede dell’Alma Mater: "Le associazioni – ha spiegato – hanno presentato la domanda per ottenere l’autorizzazione all’Ufficio richiesta spazi, che si è mosso come di prassi, chiedendo approfondimenti per dare l’autorizzazione. Autorizzazione che non avremmo mai voluto negare, se non fosse che in piazza Scaravilli, da metà giugno, inizieranno dei lavori di recupero della piazza. Una questione che l’Ufficio spazi non sapeva: infatti è stata l’Area edilizia a stoppare tutto, perché questi lavori sono in programma da anni. Prima sono stati bloccati perché la Sovrintendenza aveva chiesto una modifica; poi di nuovo il Covid ha rallentato l’iter. Ora c’è una ditta che è pronta a partire e non è più possibile procrastinare. Purtroppo – conclude il prorettore –, perché per noi piazza Scaravilli è una piazza da vivere. Incontrerò al più presto Ciavatti, cercheremo insieme una soluzione alternativa per non perdere questa possibilità di socializzazione e cultura".  

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